PESCARA Duro attacco alla Regione da parte dei sindacati, che annunciano «una vertenza lunga e senza sconti» e denunciano comportamenti contraddittori «degni di dottor Jekyll e mister Hyde».
Il trasporto pubblico locale, secondo i segretari regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Faisa Cisal e Ugl trasporti, evidenzia disservizi sempre più gravi, sconta ritardi strutturali e non riesce a liberarsi dalla morsa della politica. «Il tempo è ormai scaduto - fanno sapere in un documento unitario -. Chiediamo fin da ora comprensione e sostegno ai cittadini per i disagi e le ripercussioni che questa battaglia comporterà sull'utenza, stiamo lottando per un trasporto pubblico più efficiente e per una necessaria riorganizzazione del settore che passa per la fusione delle tre Aziende pubbliche».
Alla base della protesta quello che i sindacati definiscono «uno spread sulla mobilità». «La crisi del trasporto pubblico locale interessa l'intero territorio nazionale ed è accentuata dal costante taglio delle risorse, che oltre a tradursi in minori servizi intacca la vita, le abitudini e le tasche di milioni di pendolari - rimarcano le sigle di categoria di Cgil, Cisl, Cisal e Ugl -. Un recente studio dell’Aci evidenzia che le famiglie italiane, rispetto a quelle europee, subiscono un effetto spread sul trasporto pubblico pari a circa 1500 euro all’anno, frutto dei costi che i cittadini sono costretti a sobbarcarsi dovendo muoversi con mezzi propri, a causa dell’inadeguatezza o dell’insufficienza dei mezzi pubblici».
Il taglio dell'offerta dei servizi per i cittadini, in una fase storica nel corso della quale, a causa della crisi e del caro-carburante, si assiste a una maggiore richiesta di mobilità pubblica, sembrano incarnare un autentico paradosso. «Un paradosso che l'Abruzzo tende ad accentuare - tuonano i sindacati -. Il binomio politica-imprese sta determinando, ancora una volta, sia un aumento dei costi impropri e non necessari, sia ulteriori tagli e penalizzazioni nei servizi».
Quindi un duro e circostanziato atto d'accusa: «Sembra che alcuni esponenti politici regionali, incuranti di quanto sta accadendo nel Paese, delle difficoltà economiche degli abruzzesi e degli scandali che investono i partiti, stiano sollecitando la nomina di un nuovo consigliere nel cda dell’Arpa, così come sembrano delinearsi, in altre aziende pubbliche del settore, e proprio nella fase di costituzione dell’azienda unica dei trasporti, alcune promozioni di personale, anche in figure apicali, la cui utilità ed indifferibilità in molti casi è tutta da dimostrare». Parole pesanti come macigni, che gettano un'ombra sull'operazione-trasparenza e sulla politica di lotta agli sprechi rivendicata dal presidente della Regione, Gianni Chiodi. I sindacati, inoltre, denunciano l'impantanamento del progetto di costituzione dell'Azienda unica dei trasporti: «Una riforma congelata in Consiglio regionale, ormai da troppo tempo, per motivazioni riconducibili a logiche di campanile e alla difesa di interessi personali e politici, nell’indifferenza del presidente della Regione».