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Pescara, 21/11/2024
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30/11/2012
Il Centro
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Costi della politica - Cda Arpa, il centrodestra vuole il 5° posto. Oggi la decisione in assemblea. Insorgono sindacati, Acerbo (Rc) e Ruffini (Pd): «Vergogna». |
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PESCARA Maurizio Acerbo, consigliere regionale di Rifondazione, come al solito non ha peli sulla lingua e dice: «È una porcata». I sindacati ironizzano e lo indicano come un chiaro esempio di virtuosismo regionale. Claudio Ruffini, consigliere del Pd, punta l’indice: «Chiodi e Morra sono senza vergogna». Lo scandalo a cui tutti gridano travolge l’Arpa, l’azienda regionale di trasporto, il cui Cda si riunisce oggi a Chieti per decidere se riportare a 5 i componenti o se lasciarli, com’è da due anni e mezzo, a 4. L’argomento è stato inserito all’ultimo posto dell’ordine del giorno di un’assemblea che non affronta il caso dei 7 licenziamenti alla Cerella spa (azienda controllata dall’Arpa). «Mentre si licenziano sette autisti si nomina un nuovo componente del Cda», accusano i rappresentanti sindacali . Il nuovo componente del Cda dovrebbe arriva da Pescara e andrebbe a sostituire Emilio Iampieri che due anni mezzo fa fu chiamato come primo dei non eletti del Pdl a prendere il posto di Antonio Del Corvo in consiglio regionale, eletto a sua volta presidente della Provincia dell’Aquila. Sindacati e centrosinistra ritengono un’offesa l’eventuale nomina politica, con un aggravio di costi di circa 20mila euro, con il progetto dell’azienda unica regionale alle porte. «La maggioranza opera l'ennesima distribuzione di poltrone e stipendi», scrivono Cgil, Cisl e Uil, Faisa Cisal e Ugl che per oggi hanno mobilitato i dipendenti Arpa sotto la sede. I sindacati si avvicinano allo sciopero e chiedono l’eliminazione dei costi della politica nelle aziende di tpl, l’immediata fusione delle aziende regionali e la costituzione del bacino unico regionale da mettere a gara. Per Claudio Ruffini se avverrà la nomina sarà l’ennesimo segnale che la maggioranza non vuole la riforma dei trasporti: «Dove sono finite tutte le promesse di Chiodi e di Morra sull’azienda unica approvate con leggi e risoluzioni del consiglio regionale?», domanda: «Le promesse si sono rivelate chiacchiere, i cda non sono diminuiti, e la maggioranza si appresta a “coprire” tutte le caselle». «E' evidente che Chiodi e il Pdl non vogliono l'azienda unica perché qui non si tratta di fare operazioni di facciata come per Arsa o Aptr ma di intaccare postazioni di potere assai comode», incalza Maurizio Acerbo, «invito il Chiodi e Morra a soprassedere da un'iniziativa che non può che alimentare il disgusto dei cittadini verso la politica»
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