In tilt il sistema di riscaldamento, 100 dipendenti al lavoro con addosso i cappotti
PESCARA Nella stazione ferroviaria di Pescara, quest'anno, i termosifoni non sono mai partiti. Così, all'ennesima giornata di freddo, i dipendenti sono stati mandati a casa, ieri mattina, piuttosto arrabbiati. La stazione di Pescara possiede un impianto di riscaldamento centralizzato. Questo vuol dire che, se va in tilt il sistema, la cosa interessa tutte le quasi cento persone impiegate nello scalo. Dal personale delle ferrovie agli uffici dei sindacati, agli ambienti comuni. Per questo motivo i dipendenti hanno deciso di protestare, rivolgendosi al Centro e al sindacato competente. «Da giovedì abbiamo segnalato la questione alla Asl e alle istituzioni competenti», dice Gianni Carafa, responsabile del comparto ferroviario della Filt Cgil, «quest'anno il riscaldamento non è mai partito. So che il sistema è vecchio e facilmente non funziona». Per i primi giorni di freddo, qualcuno ha tamponato: stufette, cappotti pesanti e qualche maglia in più: le giornate sono passate. Ma ieri, dopo il grande freddo del week end il disagio si è amplificato, e all'ennesimo "off" del sistema, gli impiegati si sono rivolti alla direzione.Così, il problema è diventato un vero e proprio caso, con l’intervento dell’organizzazione sindacale. «Dall'ingegner Luciano Frittelli, direttore territoriale di Rete ferroviaria italiana, i dipendenti hanno avuto il permesso di tornare e a casa», prosegue il sindacalista della Cgil, «poiché l'ambiente non è stato ritenuto idoneo allo svolgimento dell'attività lavorativa, tanto era freddo. In realtà», dice ancora Carafa, «la manutenzione spetterebbe alla società che amministra, per conto di Rfi, la stazione. Si tratta di Centostazioni Spa, che è stata contattata per tempo del problema, che era assolutamente prevedibile». Rfi, dal canto suo, conferma la competenza di Centostazioni, che lavora per conto delle Ferrovie. «Sono stato avvisato del problema e ho subito allertato i tecnici. Noi siamo per primi clienti di quella società», dice Frittelli, «la quale mi ha garantito che in giornata (ieri, ndc) la questione sarebbe stata risolta. Essa deriva da un problema di alimentazione elettrica. La caldaia, comunque, è stata controllata e sistemata quindici giorni fa». Se l'allarme non dovesse rientrare, c'è il rischio che anche oggi la presenza dei dipendenti non venga assicurata. Carafa, che ha voluto incontrare ieri mattina il responsabile di Rete ferroviaria italiana, dice che quello del riscaldamento è un disagio che interessa da diverso tempo gli uffici dello scalo pescarese. «Ciclicamente ci troviamo a fare i conti con il gelo», commenta il sindacalista, «si dovrebbe provvedere con una soluzione duratura. Non è giusto che si debba venire al lavoro provvisto di stufe elettriche o che non si possano garantire i servizi perché il personale è costretto a tornare a casa per il troppo freddo».