Quattro giorni prima dello sciopero di quattro ore di venerdì 11 gennaio, per la Gtm arriva un’altra cattiva notizia: il Tribunale di Pescara ha condannato l’azienda per comportamento antisindacale, ai sensi dell’ex articolo 28 dello Statuto dei lavoratori. Le segreterie provinciali di Filt/Cgil, Faisa/Cisal e Ugl, assistite dall’avvocato Angelo Tenaglia, avevano denunciato alla Magistratura i comportamenti della Gtm in violazione alle regole e agli accordi in vigore «commessi oltretutto nel pieno svolgimento delle procedure di raffreddamento e di conciliazione che, come è noto, costituiscono l’anticamera dell’azione di sciopero. - affermano i responsabili delle tre organizzazioni - La condanna costituisce l’ennesimo giudizio negativo sull’operato del presidente Michele Russo e dei dirigenti aziendali, nella fattispecie del direttore generale Max Di Pasquale, in questi anni di loro reggenza». Il verdetto del Tribunale ha due conseguenze: una di carattere politico-istituzionale, bocciando la condotta dell’azienda nei rapporti con le parti sociali; una di tenore operativo perché in pratica intima alla Gtm di cambiare registro nell’utilizzo del personale per le ore di straordinario. Arrivata alla vigilia dello sciopero, la sentenza assume un significato particolare. «Come non ricordare - sottolineano i responsabili di Cgil, Cisal e Ugl - i tanti disservizi oggetto di sistematiche denunce quasi quotidiane e come non porre in evidenza un livello di conflittualità con il personale dipendente e con le stesse organizzazioni sindacali mai riscontrabile in passato nella storia dell’azienda di trasporto pescarese». Come dire che, nella logica di una dialettica vivace fra azienda pubblica di trasporti e lavoratori, secondo i sindacati il punto più alto di conflittualità è stato raggiunto sotto l’attuale gestione. «Nel confermare le ragioni dello sciopero di 4 ore che dell’11 gennaio e che hanno principalmente origine da un atteggiamento aziendale arrogante e che non si è mai reso realmente disponibile ad un confronto oggettivo sulle tante questioni da noi denunciate nel tempo - aggiungono ancora i sindacalisti - chiediamo ai vertici societari di valutare attentamente le ragioni di un simile pronunciamento da parte della Magistratura, che oltretutto costituisce un danno notevole all’immagine dell’impresa e ll’intera collettività abruzzese». A.F.