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Pescara, 21/11/2024
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Data: 09/01/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Verso lo sciopero dell'11 gennaio - Bus fermi per dire no a sprechi e poltrone. Sott’accusa la mancata fusione delle tre società che produrrebbe risparmi ed efficienza. Per la prima volta uno sciopero regionale dei dipendenti delle aziende pubbliche e private

PESCARA I sindacati dei trasporti fanno sul serio e annunciano lo sciopero regionale che si terrà la mattina di venerdì 11 gennaio. I dipendenti delle aziende del settore, sia pubbliche che private, incroceranno le braccia per quattro ore. «In Abruzzo - mettono in rilievo i vertici regionali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal - è la prima volta che accade». Sotto accusa la mancata riforma del trasporto pubblico locale, che a giudizio dei sindacati rischia di produrre il tracollo del comparto. Per quanto riguarda il trasporto urbano, i lavoratori di Gtm e Panoramica si fermeranno dalle 9 alle 12, quelli di Baltour e Tessitore dalle 9 alle 13 e quelli dell'Ama dalle 9.10 alle 13.10. I collegamenti extraurbani, invece, saranno interrotti dalle 8.30 alle 12.30 dai dipendenti delle autolinee Di Fonzo, Napoleone, Cerella e Di Giacomo, dalle 9 alle 12 da quelli di Satam e Sangritana, e dalle 9.30 alle 13.30 dal personale dell'Arpa. Nelle varie località abruzzesi, inoltre, si terranno presidi e verranno distribuiti volantini informativi. Il primo punto, al centro delle richieste dei sindacati, è il varo dell'azienda unica dei trasporti. Un progetto che aveva mosso i primi passi ai tempi dell'amministrazione Del Turco e che sembra essersi definitivamente arenato. Il protrarsi delle gestioni autonome da parte di Arpa, Gtm e Sangritana continua a dare luogo ad una triplicazione dei costi: si stima che la sola riduzione dei consigli d'amministrazione garantirebbe un risparmio di circa ottocentomila euro annui, mentre altri 4 milioni di euro si otterrebbero attraverso economie di scala, ad esempio con gli accorpamenti di uffici, officine ed altre strutture, e soprattutto grazie alle sinergie sugli acquisti e sugli appalti. «E invece si è scelto di difendere le poltrone - tuona Alessandro Di Naccio, segretario regionale della Fit Cisl -. Il Cda dell'Arpa sta addirittura cercando di nominare un quinto consigliere».
Rincara la dose Franco Rolandi, numero uno della Filt Cgil in Abruzzo. «L'irresponsabilità della classe politica è sotto gli occhi di tutti - osserva -. La fusione delle aziende efficienta il servizio ed elimina gli sprechi, ma nonostante due leggi regionali e l'ultimo dispositivo approvato ad agosto, tutto è ancora fermo». Drastica Gianna De Amicis, segretaria provinciale dell'Ugl: «E' una situazione di comodo, che consente alla classe politica di distribuire poltrone e di prendere voti». L'altro tema caldo, alla base dello sciopero, riguarda la creazione del bacino unico dei trasporti, caldeggiata dai sindacati ma osteggiata dalla Regione. La giunta Chiodi, infatti, punta a creare quattro bacini territoriali (quello dell'area metropolitana Pescara-Chieti, quello dell'Aquila, quello dell'Alto Sangro e quello delle aree interne, che va dalla Marsica all'alto Vastese). «Rischiamo seriamente di subire una pesante riduzione dei servizi, che penalizzerà soprattutto le aree della regione a domanda debole - rimarca Luciano Lizzi, segretario regionale della Faisa Cisal -. Il patto di stabilità del governo Monti, infatti, stabilisce che se non si riesce a reperire il 35% dei fondi attraverso la vendita dei biglietti, non si avrà accesso al 40 per cento dei finanziamenti». Secondo Lizzi esiste un'unica soluzione: «Soltanto il bacino unico consentirà di ovviare alle difficoltà, omogeneizzando tratte e percorsi attraverso un sistema di coincidenze interne, riducendo i costi e gli sprechi e garantendo agli abruzzesi la fornitura di un servizio efficiente».

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