PESCARA La fusione delle società regionali di trasporto trova nuovi e inaspettati ostacoli. Lo dice il segretario generale della Filt-Cigil Abruzzo Franco Rolandi: « Sono bastate alcune dichiarazioni d'impegno del Presidente Chiodi in merito alla volontà di portare a compimento, entro la fine della legislatura, il processo di aggregazione delle imprese di trasporto di proprietà della Regione Abruzzo, per risvegliare le volontà contrarie e mai sopite di chi questa unificazione non l'ha mai digerita e condivisa».
Ma quali sono i nuovi ostacoli? Innanzitutto la localizzazione della sede. «Sembrerebbe che il problema insormontabile dell'azienda unica e del suo primo step basato sulla fusione tra Arpa e Gtm, sia riconducibile alla individuazione della sede che dovrà ospitare la nuova Direzione Generale da scegliere tra Chieti e Pescara.
Allo stesso modo un altro ostacolo da superare, parrebbe quello della scelta delle modalità di fusione e, in particolare, quale delle due aziende interessate debba eventualmente incorporare l'altra».
Si tratta per il sindacato di «futili argomentazioni». «Restiamo assolutamente convinti che la scelta geografica per la sede della nascitura azienda unica, come del resto il tipo di incorporazione da effettuare e quale consiglio di amministrazione e quali amministratori e dirigenti rimarranno in sella, siano aspetti assolutamente marginali che non interessano e non appassionano sia i cittadini utenti che gli stessi lavoratori dipendenti delle imprese di trasporto».
Per questo Rolandi chiede al governatore Gianni Chiodi e all'assessore Giandonato Morra «di mettere immediatamente fine a queste futili polemiche, prima che le stesse possano degenerare ed essere conseguentemente utilizzate per rinviare strumentalmente l'attuazione di questa riforma epocale consentendo ai tanti sostenitori delle posizioni di retroguardia, di difendere l'esistente ovvero sprechi e poltrone».
I compensi. Ma a proposito di poltrone il sindacato sottolinea il rischio di un rilevante incremento dei costi, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale che ha definito incostituzionale il taglio degli stipendi pubblici superiori a 90mila euro (provvedimento del governo nazionale recepito dalla legge regionale 1/2011) ai manager del trasporto pubblico locale Arpa, Gtm e Sangritana con la riduzione del 5% per stipendi lordi tra 90mila e 150mila, del 10% per la parte eccedente 150.000.
«Sembrerebbe» dice Rolandi, «che la sentenza n. 223/2012 della Corte Costituzionale non sia passata affatto inosservata tra i dirigenti delle Imprese di trasporto di proprietà della Regione Abruzzo e sembrerebbe, altresì, che gli stessi non abbiano perso tempo a richiedere l'immediato ripristino, con effetto retroattivo, del trattamento economico originario privo della decurtazione che il presidente Chiodi e l'intero Consiglio regionale avevano votato all'unanimità nell'ultima seduta dell'anno 2010».
I beneficiari, dice il sindacato dei trasporti, «sono gli stessi dirigenti che si affannano a chiedere sacrifici ai lavoratori in nome della produttività. Lavoratori, è bene ricordare, che hanno il proprio salario fermo da un contratto scaduto nel 2007 e non rinnovato.
Ora i dirigenti delle aziende di trasporti non hanno esitato nemmeno un istante e con il massimo riserbo, a pretendere l'immediata applicazione della Sentenza della Corte Costituzionale, ripristinando un salario notoriamente elevato come riconosciuto dallo stesso legislatore».