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Pescara, 23/11/2024
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Data: 05/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Costi della politica - Incompatibilità per gli assessori, cinque posti in più in Consiglio Regionale. Venturoni: «Modifica bipartisan allo Statuto» ma D’Alessandro dice no

L’AQUILA In tutta fretta perchè il termine scade a metà giugno. Ci sarà un consiglio regionale ad hoc martedì prossimo per garantire alla maggioranza che vincerà le prossime elezioni almeno cinque seggi in più, alla faccia del tanto sbandierato taglio dei consiglieri e dell’altrettanto pubblicizzata riduzione dei costi della politica. Una modifica bipartisan allo Statuto regionale approvata ieri dalla conferenza dei capigruppo con la sola astensione dell’esponente dei comunisti italiani Maurizio Saia (Acerbo assente), come puntualizza Venturoni (Pdl). Una corsia preferenziale che non è stata accordata alla doppia preferenza di genere o al taglio dei vitalizi in lista d’attesa da almeno tre mesi e che di melina in melina andrà in commissione Bilancio il giorno dopo il consiglio regionale, cioè oggi. Sarà un caso, come spiega il presidente Emilio Nasuti: «L’esame della legge è stato sempre rinviato per l’assenza del proponente, Maurizio Acerbo. Ma garantisco che martedì prossimo arriverà in aula per la discussione». Tra una settimana si vedrà, anche se tutti si affrettano a precisare che martedì si parlerà soltanto della modifica allo Statuto che stabilisce l’incompatibilità tra le cariche dei consiglieri regionali e degli assessori (che si dovranno quindi dimettere, in modo da garantire il seggio ad almeno altre cinque persone, mentre il sesto assessore sarà comunque esterno). Il capogruppo Pdl Lanfranco Venturoni viene indicato come l’autore della modifica salva-poltrone ma lui non ci sta: «La proposta trova d’accordo sia maggioranza che opposizione, d’altronde in quasi tutta Italia è così. Si tratta soltanto di uniformare il sistema della Regione a quello dei Comuni e di garantire la governabilità alla maggioranza che vincerà le elezioni». Proposta bipartisan manco per sogno: «Voteremo contro e daremo battaglia in aula», annuncia il capogruppo Pd Camillo D’Alessandro. Ma il ragionamento che fa Venturoni è questo: con 18 consiglieri di maggioranza e 13 di opposizione, basta che pochi assessori si assentino per far mancare il numero legale. Critica invece Alessandra Petri (Pdl) che accusa la conferenza dei capigruppo di aver mortificato le donne con la bocciatura della doppia preferenza di genere. «Non è stato rispettato l’impegno assunto con le associazioni delle donne per l’introduzione della doppia preferenza di genere. Lo considero un fatto grave e ingiusto. Invece la prossima seduta straordinaria affronterà la modifica dello Statuto il cui testo, lo voglio dire, non è stato ancora formulato per iscritto e presentato in commissione, a differenza della mia proposta di legge». La Petri affonda il coltello: «La modifica allo statuto implica un aumento di spesa di circa 640 mila euro l’anno. Anche se poi i capigruppo si sono accordati per evitare un aumento di spesa». Ma questa risoluzione, spiega Petri, non avrà alcuna incidenza sul bilancio. Invece rimane al palo l’incompatibilità per sindaci e presidenti di Provincia: «Non c’è fretta», sostiene Venturoni. «Clamorosa scorrettezza la bocciatura della doppia preferenza di genere», solidarizza Maurizio Acerbo di Rifondazione. Per il resto il Consiglio ha approvato una risoluzione per i dipendenti regionali e ha dato l’ok al reddito minimo garantito.

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