MOSCIANO Scompare un altro marchio che ha contribuito a scrivere la storia dell’economia teramana. La Gis è fallita. La sentenza è stata depositata il 16 luglio e scrive la parola fine sulla storica azienda di gelati di Pietro Scibilia. O almeno su una fase della Gis. Così, a sette mesi dalla morte del patron Scibilia, “muore” anche il suo gioiello che ha resa famosa Mosciano e la provincia di Teramo, non foss’altro per le tante sponsorizzazioni nel mondo dello sport avvenute con il marchio Gis. La sentenza del giudice Flavio Conciatori segue alla richiesta di concordato preventivo avanzata in tribunale dalla società l’8 aprile 2013. Il concordato preventivo, in genere, è una procedura concorsuale attraverso la quale l'imprenditore ricerca un accordo con i creditori per non essere dichiarato fallito o comunque per superare la crisi in cui versa l'impresa. Ma la richiesta non è stata accettata in quanto difetta «di qualsiasi attestazione di congruità dei valori esposti e correlativamente di qualsiasi assunzione di responsabilità verso il ceto creditorio». Nella sentenza si legge anche che «il piano concordatario difetta di un formale impegno da parte dell’imprenditore indicato come parziale assuntore esterno che, pertanto, non assumeva nessun obbligo giuridico». A questo si aggiunge «la sottostima delle spese di procedura» e la possibilità che alcuni creditori privilegiati venissero degradati a chirografari. La decisione del giudice segue a un’istanza di fallimento presentata il 9 ottobre 2012 da alcuni creditori, fra cui la società Europoligrafico, che dovevano avere 5 milioni e mezzo di euro. Ancor prima, a rompere gli indugi furono 92 dipendenti stagionali della fabbrica di gelati, che presentarono un decreto ingiuntivo per ottenere il pagamento di stipendi arretrati che risalgono ormai a due anni fa. I lavoratori stagionali - che l’azienda impiegava fino al 2011 per i picchi di produzione estiva - devono percepire ancora il trattamento di fine rapporto e alcuni stipendi arretrati. In totale il ricorso collettivo per decreto ingiuntivo è stato presentato per 330mila euro. Ora i lavoratori dovranno insinuarsi nello stato passivo. Di questo, e molto altro, si dovrà occupare il curatore: è stato nominato il commercialista teramano Nicola Rossi. Martedì si inizierà l’inventario dei beni, che non comprendono gli immobili, che sono in leasing. La Gis è una società con 300mila azioni: 299.700 erano di Pietro Scibilia, scomparso il 20 gennaio di quest’anno e quindi ora dei suoi eredi, e 300 di Carolina Gonzales. Attualmente l’amministratore è Gabriele Petaccia di Chieti, nominato poco dopo la morte del commendatore. In effetti la Gis ha sospeso la produzione già nel maggio 2012 e i 27 dipendenti fissi sono stati posti in cassa integrazione straordinaria. La cassa, scaduta nel maggio scorso, è stata prorogata di due mesi in attesa delle decisioni del tribunale. Indubbiamente si è chiusa un’era. Forse la fabbrica sarà rilevata da qualche gruppo industriale, ma il marchio Gis è ormai un ricordo. Un marchio che ha fatto conoscere Teramo in tutto il mondo: era sulla maglia di Francesco Moser quando nel 1984 a Città del Messico riuscì a battere il record dell'ora e quando nello stesso anno vinse il del Giro d'Italia. Ma era anche sulla maglia di Giuseppe Saronni quando nel 1980 vinse due argenti nei mondiali su strada e su pista. E, passando dal ciclismo al calcio, non si può dimenticare la stagione d’oro in serie A firmata Giovanni Galeone, sotto la presidenza di Scibilia.