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Data: 28/07/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Trasporto locale e disservizi - Calvario dei pendolari sui bus lumaca della Gtm. Mezzi nuovi ma già con problemi tecnici: gli autisti rallentano per protesta. Aria condizionata rotta e finestrini bloccati: si marcia con le portiere aperte

PESCARA Il saliscendi dell'incubo comincia di buon mattino sul 38, quando la linea più trafficata della Gtm si sdoppia, prosegue sul 3 e sull'8 e poi ci si diverte a girare la città e l'hinterland a bordo del 4/, del 7, del 14 e del 2/. Nei giorni più caldi dell'anno ai pendolari capita di friggere mezz'ora all'aperto per aspettare il bus e mezz'ora a bordo se si tratta di uno dei mezzi di ultima generazione, dotato di tutti i comfort, ma sfortunanatamente con l'impianto di aria condizionata fuori uso. Siccome su questi bus i finestrini sono bloccati, la temperatura sale a livelli sahariani, con l'autista che non sa a che santo votarsi per tamponare le proteste, i viaggiatori sull'orlo di una crisi di nervi e i più «accalorati» che minacciano il guidatore di passare alle vie di fatto. Da quando azienda e sindacati hanno rotto la trattativa, gli autisti hanno iniziato la protesta silenziosa puntando sulla strategia della lentezza, vale a dire il rispetto alla lettera del codice della strada che provoca, fatalmente, ulteriori ritardi oltre a quelli «fisiologici» dovuti ai nuovi orari, introdotti dal 16 giugno, e ai tagli di alcune corse. Come se non bastasse, a tutto questo si sono aggiunti i problemi tecnici (condizionatori ko, pedane per disabili, sicurezza complessiva dei mezzi) su 7 dei bus a metano in funzione da pochi mesi. E allora per i forzati del mezzo pubblico, quelli che non possono usare l'automobile, il viaggio quotidiano sui bus Gtm diventa un calvario. Abbiamo «testato» le linee 38, 8 e 2 in diversi orari della giornata, sia all'ora di punta sia in momenti più tranquilli. E sempre abbiamo registrato qualche grana che l'autista, impegnato com'è a garantire la sicurezza e a rispettare i tempi di percorrenza, non può risolvere. Nei primi due giorni all'insegna della guida slow, l'assalto mattutino delle 7 sulla linea 38 è stato assorbito abbastanza bene laddove il bus aveva il condizionatore funzionante, a noi è capitato quello buono, ad altri invece è toccato quello con l'impianto inutilizzabile e il caldo insopportabile ha reso ogni fermata simile a una via Crucis, interminabile per chi è rimasto a bordo per l'intero tracciato. Il malore da soffocamento era dietro l'angolo, così l'autista ha preferito lasciare aperte le portiere anche in corsa. Scesi dal 38, abbiamo preso al volo l'8 di vecchia generazione e l'autista ha confessato: «Almeno qui posso lasciare aperti i finestrini». Notata l'emettitrice di biglietti, al nostro sguardo perplesso, visto che su più mezzi ci avevano segnalato che le macchinette non funzionavano, l'autista serafico ci ha rassicurato: «Funziona, funziona, inserisca i soldi e avrà il biglietto». Aveva ragione lui, meglio così. Su altri bus, invece, fanno cilecca e venerdì è successo che un signore ha messo i soldi e la macchinetta glieli ha restituiti, poco dopo è salito il controllore che, trovandolo sprovvisto di biglietto, lo ha multato. Inutili le proteste dell'uomo che prima si è giustificato e poi ha fatto la prova davanti al controllore che la macchinetta non funzionava: niente da fare, a rigore di regolamento aveva ragione il controllore, e il poveretto ha dovuto pagare un prezzo salato (42 euro). A proposito di macchinette ci sono pure quelle che prendono i soldi e non danno il biglietto: è accaduto ieri sul 6 a tre ragazze e, una volta salito il controllore, ci ha pensato l'autista a raccontare com'erano andate le cose per evitare una triplice batosta. Il nostro racconto ricomincia dall'8 che abbiamo lasciato con tempi normali (tre quarti d'ora) da Santa Filomena al capolinea di Montesilvano e ritorno. Poi abbiamo avuto la brillante idea di provare il 4/, ma di mezzi a disposizione ce n'erano solo due e hanno ripreso a girare dopo mezzogiorno; così, dalla partenza dalla stazione, l'andamento lento ha contraddistinto tutto il percorso attraverso piazza Duca degli Abruzzi, salita Zanni, Colli, cimitero nuovo (tutti a toccarsi, nessuno escluso), basilica Madonna dei Sette Dolori, case Gescal e ritorno. Per chiudere in bellezza siamo saliti nuovamente sul 38, nella fascia serale dopo le 20, altra tradizionale ora di punta. Solo posti in piedi e sforzi sovrumani per non finire addosso al vicino, con la ciliegina del condizionatore fuori uso: se l'olfatto potesse parlare potrebbe raccontarne delle belle. Saranno anche mezzi supermoderni, come dice il presidente Michele Russo, ma che faticano a dimostrarlo, come testimoniano le temperature africane al loro interno e i tanti problemi che incontrano i disabili in questi giorni. Ottanta bus col condizionatore d'aria acquistati dall'azienda, dice Russo, ed è vero, però ieri ne circolavano una quarantina, segno che «qualche» problema questi mezzi avveniristici ce l'hanno. E per fare la verifica i sindacati hanno pensato di allestire un gazebo al terminal della Gtm, dove distribuire un questionario agli utenti, così saranno loro a dire l'ultima parola sulla qualità del servizio.

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