PESCARA. Perché non realizzare un bel tapis roulant al posto della filovia, sulla strada parco? Potrebbe essere questa la soluzione che mette d'accordo tutti. A lanciare l'originale proposta di un tappeto mobile è Paolo Cotugno, un architetto pescarese, nonché presidente dell'associazione Essere benessere.
La sua idea è stata messa nero su bianco. Il professionista si è presentato ieri dall'assessore ai lavori pubblici, Armando Mancini, per illustrargli il progetto, con tanti di prospetti realizzati al computer. La proposta nasce da una visita di Cotugno alla città di Bilbao e al museo Guggenheim, nel 2004. Lì, l'architetto ha potuto ammirare un gioiello della tecnologia. In pratica, un sistema di trasporto elettrificato con l'utilizzo di tappeti mobili e pensiline formate da pannelli fotovoltaici, in grado di fornire elettricità non solo al tapis roulant, ma anche ad altri servizi comunali. Questo sistema di trasporto è stato realizzato su un vecchio terreno industriale. E' il frutto della rivalutazione urbanistica della città che ha consentito di realizzare un palazzo dei congressi, un aeroporto internazionale, una nuova metropolitana e la sistemazione delle rive del fiume Nervion. «Ho riscontrato», spiega l'architetto «delle notevoli affinità con la città di Pescara, riguardo alla trasformazione urbanistica che Bilbao sta vivendo».
Secondo Cotugno, il progetto del tapis roulant, chiamato «Slowmobil», si adatterebbe alla perfezione a Pescara. Dovrebbe essere realizzato sulla strada parco, lasciando così il percorso a completa disposizione dei pedoni e dei ciclisti. E' ciò che chiedono i 500 residenti iscritti all'associazione Strada parco. La filovia, quindi, verrebbe mandata in soffitta per sempre.
Resterebbe, tuttavia, un problema di non poco conto da risolvere. La gara d'appalto per realizzare il collegamento con i filobus è stata già portata a termine dalla Gtm e sarebbe difficile tornare indietro. Inoltre, in ballo ci sono 31 milioni di euro, stanziati dal ministero per realizzare il primo tratto, che potrebbero andare perduti.