Autisti imboscati negli uffici, sebbene giudicati di nuovo idonei alla guida 18 mesi fa. Un privilegio, ma non per tutti: altri, altrettanto idonei ma reduci da patologie gravi come infarti, sarebbero da un pezzo tornati sui bus. A denunciarlo, parlando di un caso di «sprechi e privilegi» in Gtm è Franco Rolandi, a capo della Filt Cgil. «Mai potrei avallare che ci fossero autisti alla guida in condizioni di salute non idonee, non mi risultano - replica Michele Russo, presidente Gtm -. Per quanto riguarda invece gli autisti che svolgono ancora mansioni impiegatizie, sono stati seguiti criteri attitudinali ed esperienziali, oltre che di efficientamento». Niente sprechi né privilegi: ribatte dunque Russo. Adesso che viaggiare sui bus crea una qualche apprensione è lecito chiarire le condizioni di chi è alla guida. Ma la questione che pone il sindacato, in tempo di difficoltà del settore, è soprattutto un’altra. L’ha scritto con una diffida al presidente della Gtm, al collegio sindacale, all’assessore regionale ai trasporti. «Sprechi e privilegi continuano a dilagare - attacca Rolandi, Filt Cgil -: alcuni autisti, pur in presenza di disposizioni di servizio che ne attestano la piena idoneità a poter guidare gli autobus, sono ancora oggi, a più di 18 mesi, assegnati ad attività impiegatizie da svolgere in comodi uffici refrigerati a differenza di quello che avviene sul posto guida. Oltre a costituire una violazione di comportamenti di corretta gestione nonché delle stesse disposizioni impartite dall’azienda (Guarda gli ordini di servizio), risulta indecoroso rispetto alle presunte carenze di personale di guida l’utilizzo di autisti nel settore impiegatizio, sovradimensionato».
Ma non è per tutti. «Contestualmente la stessa azienda decide di assegnare alla guida di pullman autisti reduci da gravi malattie (infarti e tumori), magari in condizioni disagiate su mezzi con aerazione non sufficiente», aggiunge Rolandi. Si tratterebbe in ogni caso di autisti giudicati idonei da commissione medica. «Sono polemiche pretestuose, più politiche che aziendali - replica Russo -: per quanto riguarda gli autisti in ufficio, si tratta di due operatori che si occupano di un servizio che prima era svolto da quattro impiegati. È una forma di efficientamento aziendale: se si liberano posizioni in ufficio, non potendo assumere altro personale, utilizziamo quello disponibile. Nella scelta di chi dislocare, tra gli autisti idonei, applichiamo criteri attitudinali e di esperienza. Non mi risultano invece autisti infartuati, in condizione di salute non idonea, alla guida dei bus: controllerò, non lo consentirei se fosse vero». A chiedere chiarezza è anche Maurizio Acerbo, consigliere regionale di Rifondazione comunista: domani presenterà un’interrogazione al presidente della Regione Chiodi e all’assessore Morra. Il caso è aperto.