CHIETI Sull’Arpa torna all’attacco la Filt Cgil con il segretario regionale Franco Rolandi, che rinnova la richiesta di dimissioni della presidenza e del management dell’azienda regionale di bus pubblici. Una nota del sindacato annuncia: «Non permetteremo al management e a una parte della politica di continuare ad affossare l’azienda e di regalarla ai privati. Prosegue lo stato di agitazione: abbiamo chiesto un incontro al prefetto di Chieti». La Filt Cgil ricorda che «appena un mese fa, rompendo quel tentativo di omertà e di offuscamento sulle reali e drammatiche condizioni in cui versa l’Arpa Spa (un patrimonio della regione nel quale lavorano oltre mille dipendenti e con introiti che superano i 23 milioni di euro), pubblicamente denunciammo una condizione allarmante, chiedendo espressamente la testa di coloro che hanno determinato in questi anni, attraverso scelte manageriali discutibili, l’affossamento della società ovvero il presidente Massimo Cirulli e il suo cda, il direttore generale Michele Valentini e il collegio sindacale presieduto da Giuseppe Gagliardi. Le responsabilità del management sono inequivocabili e lampanti se una società per azioni, pur in presenza di elementi economici assolutamente favorevoli chiude per ben tre anni di fila il proprio bilancio con pesanti perdite che superano lo stesso capitale sociale, non ci sono scuse che tengano».
NESSUNA REAZIONE
Continua la nota: «Di fronte alla nostra iniziativa e alla richiesta di dimissioni ci saremmo aspettati almeno dei tentativi per tentare di giustificare una simile disfatta. Invece nulla. L’ordine di scuderia è: nessuna reazione, tacere e aspettare che passi la bufera. Nemmeno in occasione di una riunione ufficiale fissata per esperire la prima fase delle procedure previste in caso di stato di agitazione del personale, e quindi in un contesto riservato e lontano dalla stampa, i vertici di Arpa si sono non sbottonati sulle richieste di chiarimento avanzate dalla Filt Cgil sulle motivazioni che hanno portato l’Arpa a chiudere gli ultimi tre esercizi con incomprensibili passivi oltre che ad indebitarsi su livelli pesanti. Abbiamo chiesto un incontro al prefetto di Chieti, ci aspettiamo un confronto istituzionale alla presenza della Regione alla quale chiederemo i motivi per i quali si sta cercando di affossare l’azienda. Dietro l’angolo c’è forse un bel regalo per i privati?».