PESCARA Adesso hai voglia a parlare di infrastrutture. Di treni ad alta velocità, di porti su cui puntare e collegamenti con i Balcani. L’Abruzzo è fuori dalle grandi linee di comunicazione: attuali e future. La cosa terribile è che nel piccolo mondo antico locale si è parlato di tutto e del contrario di tutto dalla legge di stabilità in su e in giù nelle ultime settimane ma nessuno ha alzato la testa per scoprire che nel corridoio Helsinki-Lavalletta versione rivista e corretta (prima si fermava a Ravenna) era spuntata una diramazione Bologna-Ancona. I primi segnali ad Ancona erano arrivati a giugno mentre ai primi di novembre è arrivata anche l’ufficialità per l’assessorato ai Trasporti marchigiano. In sostanza il corridoio 1 che la Ue ha ristudiato per il collegamento Nord-Sud dell’Europa dopo Ravenna, tocca Bologna e prosegue per Firenze, Roma, Napoli, Gioia Tauro e Palermo. Ma oltre al troncone principale ci sono due diramazioni: la prima Bologna-Ancona; la seconda, Napoli-Bari-Taranto. Chi rimane isolato? Abruzzo e Molise.
L’ALLARME
E’ una botta micidiale per le speranze dell’Abruzzo che, al massimo, può aspettarsi la velocizzazione del tracciato ferroviario adriatico ma non può aspirare all’alta velocità che invece riguarderà la tratta Napoli-Bari. La terza corsia dell’autostrada di ferma a Porto Sant’Elpidio, nelle Marche, e per adesso non ci sono lumi su altri interventi. A suonare per primi la campana dell’allarme, sono il presidente di Confesercenti Abruzzo Bruno Santori ed il direttore Enzo Giammarino: la notizia fa il paio con il declassamento aeroportuale di Pescara, l’ultimo scossone al sistema infrastrutturale che provoca gravi ripercussioni in termini di costi per le imprese. «Il rischio declassamento dell’aeroporto regionale, reso concreto oggi più che mai dalla riduzione di orario deciso dall’Enav, è purtroppo – sottolineano il presidente ed il direttore di Confesercenti – solo l’aspetto più tangibile di questa esclusione. Ma l’assenza dell’Abruzzo dai tavoli europei sta avendo ripercussioni decisamente pericolose anche nel lungo periodo. Assieme alla ratifica dei 9 corridoi europei attraverso i quali verranno disegnate le infrastrutture dei prossimi anni in Europa, il parlamento ha infatti definito i nodi “core” che sorgeranno in Italia: dei 20 individuati, neppure uno sarà in Abruzzo. La regione è dunque tagliata e isolata. Siamo in piena emergenza e la politica ha il dovere di reagire con determinazione. Non ci siamo mai tirati indietro ed anche stavolta siamo pronti a fare la nostra parte: questo risultato è il segno evidente che le relazioni attivate dalla Regione non sono state sufficienti».