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Pescara, 25/11/2024
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Data: 01/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
La Legge di stabilità 2014 - Caos Imu, scatta l’allarme dei Caf. Banche e imprese via ai maxi-acconti. La metà dei Comuni ancora non ha deciso le aliquote

ROMA Il rischio è che alla fine del giro ci sia un enorme contenzioso tra contribuenti e amministrazioni locali. L’abolizione parziale della seconda rata Imu continua a sollevare polemiche. Da una parte ci sono i sindaci dei Comuni che hanno deliberato l’aumento dell’aliquota base (cosa che porterà i loro cittadini a pagare una parte dell’imposta) che sperano in una modifica della norma durante l’iter parlamentare. Dall’altra c’è l’allarme dei Caf, centri di assistenza fiscale, che paventano un rischio caos.
LA SALVAGUARDIA

Come temuto, la copertura prevista per l’abolizione della prima rata Imu si è rivelata non realistica. I soldi recuperati dalla sanatoria per le slot machine e dalle entrate Iva in seguito ai rimborsi dei debiti della pubblica amministrazione, sono stati inferiori alle attese. E così ieri il Tesoro ha reso noto di aver sbloccato con un decreto interministeriale le relative clausole di salvaguardia per l’incremento dell’acconto Ires di 1,5 punti percentuali. Una norma che insieme con il decreto che abolisce la seconda rata Imu (ieri in Gazzetta Ufficiale) porta gli acconti Ires-Irap da pagare entro il 10 dicembre al 130% per banche e assicurazioni e al 102,5% per le aziende. Il Tesoro conferma la natura ”una tantum” dei maxi acconti: per il periodo d’imposta 2014 si torna per tutti al 101,5%.
GENNAIO DI NUOVO ALLA CASSA

Secondo Unimpresa, a cui aderiscono 900 Centri di assistenza fiscale distribuiti in 60 province in tutta Italia, la nuova normativa che cancella parzialmente la seconda rata Imu, rende estremamente probabili errori nella determinazione degli importi da pagare entro il 16 gennaio. In base al decreto varato mercoledì scorso, infatti, si paga il 40% della differenza tra l’aliquota base del 4 per mille e l’eventuale maggiorazione decisa dalla giunta comunale. Per le delibere i comuni hanno tempo fino al 5 dicembre. E su 8.000 comuni complessivi, finora sono stati approvati solo la metà (circa 4.000) dei regolamenti Imu. Per cui sono tanti i contribuenti che ancora non sanno se a gennaio dovranno pagare la quota parte di differenza o no. Di qui il grosso rischio di errori. Un problema che i sindaci hanno ben presente. Molti gli appelli dei primi cittadini. «Sia il Parlamento a valutare come dare soluzione a questo nodo irrisolto» chiede Piero Fassino, sindaco di Torino nonché presidente Anci. «Il primo passo indietro il governo l’ha fatto, ora ci penserà il Parlamento» afferma sicuro il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. E mentre Forza Italia con Renato Brunetta grida al «pasticciaccio brutto», Roberto Formigoni (Ncd) fa sapere che la maggioranza «ha ben colto il grido di dolore dei sindaci e certamente esaminerà in Parlamento il caso, ma senza alcuna indulgenza nei confronti delle amministrazioni sprecone». «C'è ancora tempo affinché la promessa che l’Imu non venga pagata sia rispettata» aggiunge il ministro Gaetano Quagliariello. Per il leader Cgil, Susanna Camusso, rispetto al fatto che «in alcuni comuni l’Imu si paga e in altri no, l’unica cosa seria sarebbe rimettere l’imposta».
Intanto un decreto del ministro dell’Economia ha sospeso tutti i versamenti e gli adempimenti tributari nei comuni sardi colpiti dall’alluvione. La sospensione è valida anche per le cartelle esattoriali che scadono nel periodo tra il 18 e il 20 dicembre 2013.

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