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Pescara, 25/11/2024
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Data: 01/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Renzi: il governo si metta a correre o si voti. Allarme flop affluenza alle primarie: sabato 7 voglio mille tavolini nelle piazze per raggiungere un milione di persone

ROMA Non si accontenterà di un esecutivo che tiri a campare «o meglio votare». Dà tempo fino al 2015, ma chiede al governo Letta, «ora che Berlusconi non c’è più» di mettersi a «correre», perché «basta con i rinvii, bisogna fare le cose e farle bene». A cominciare dalla legge elettorale e dalle riforme istituzionali, «questa è la volta buona», si può «abolire il Senato, ci costa 2,5 miliardi di euro l’anno». Parla Matteo Renzi, che ieri a Palermo è tornato a garantire il suo appoggio all’esecutivo condizionato però ai risultati. Una correzione di rotta dopo i toni insolitamente soft del match tv di venerdì sera su Sky.
E, soprattutto, una risposta ad Angelino Alfano che intervistato sul Messaggero gli ha chiesto chiaramente di «non affossare» Letta, secondo la vecchia maledizione della sinistra per cui il Pd divora - vedi D’Alema e Veltroni - i suoi premier.
«Se nel 2014 non si fanno le riforme, siamo finiti e Grillo e Berlusconi ci massacrano», è la sua riflessione, liquidando con i suoi Alfano («lui ha 30 deputati, noi 300...»). Quindi o Letta, con il suo «esecutivo d’emergenza» si mette a «correre», appunto, o meglio votare.
IL TARLO

Ma c’è un tarlo che lo divora: il timore che domenica 8 dicembre il popolo delle primarie diserti i gazebo. È l’unico avversario che il sindaco di Firenze teme davvero. Più di Cuperlo, più di Civati. Una vittoria lo proclamerebbe segretario, certo. Ma un flop della partecipazione ne farebbe un segretario depotenziato, incapace di mobilitare le folle, requisito che a un leader incoronato su base volontaria non deve mancare. Ogni atomo di energia verrà perciò investito in questa direzione: i mille tavolini per pubblicizzare il voto; l’appello ai simpatizzanti perché ne coinvolgano altri dieci attingendo alla agende personali. La strizzatina d’occhio ai delusi da Berlusconi, «...che gli diciamo vai via, non ti vogliamo? No, siccome sono italiani come noi, gli dobbiamo dire di provare a fare qualcosa insieme».
LA MOBILITAZIONE

Dicevamo però del «partito del non voto» che lo assilla. La prima cosa da fare è stata quindi assicurarsi che i gazebo domenica «saranno 9 mila e non 7 mila come sembrava. Il che richiederà però uno sforzo maggiore e il reclutamento di altri iscritti. Poi c’è la questione degli Sms. I renziani hanno chiesto che il database del partito, con nome, cognome, numero di telefono e mail siano nella disponibilità dei 3 candidati. Tutti sullo piano.

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