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Pescara, 25/11/2024
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02/12/2013
Il Tempo d'Abruzzo
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Assessore ucciso mentre va a caccia. Muore Franco Pasquini, 54 anni, assessore nel Comune di Treglio, sindacalista Faisa Cisal e capo officina in Sangritana |
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LANCIANO Un fruscio tra le piante, parte il colpo, ma il bersaglio non era un cinghiale. A terra, colpito a morte, c’è un uomo. Una tragica fatalità: il fucile avrebbe sparato del tutto accidentalmente per una banale caduta di chi lo impugnava. Ma anche altre ipotesi sono ora al vaglio degli inquirenti per ricostruire dinamica e responsabilità del tragico errore che sabato mattina, in una funesta battuta di caccia, ha provocato la fine di Franco Pasquini, 54anni, noto sindacalista e assessore nel Comune di Treglio. Malgrado lo stretto riserbo delle autorità è trapelato il nome dell’uomo che è finito sotto inchiesta della Procura frentana con l’accusa di omicidio colposo: si tratta di Francesco Di Paolo, 72 anni, ex dipendente dell’Enel, originario di Gessopalena e residente a Lanciano. La tragedia è avvenuta sabato mattina dopo mezzogiorno, nei boschi della vallata di Sant’Apollinare, al confine tra contrada Sansone di Lanciano e il territorio del comune di San Vito. Né le febbrili richieste di aiuto dei compagni né i soccorsi del 118 sono serviti a salvare la vita di Franco, deceduto sul colpo, raggiunto all’addome da uno di quei pallettoni in uso per non dare scampo neanche ai cinghiali. Acclarata la causa della morte da una prima ricognizione cadaverica, la salma, posta nell’obitorio di Lanciano, è stata restituita ai familiari. Pasquini, quella mattina di inizio weekend, era partito di buon ora con una quindicina di compagni per non tornare più da una spedizione di caccia all’animale selvatico. Per lui lo sport venatorio era una passione e quella, non si sa se sarà l’ultima per i suoi compagni, ma certo non era la prima battuta: anzi si sarebbe trattato di una delle tante avventure intraprese insieme da un gruppo collaudato e ben affiatato di amici ed esperti cacciatori. Una circostanza che presumibilmente avrebbe chiarito il contesto dei fatti, indirizzando le indagini sull’unica pista plausibile, cioè quella, purtroppo l’ennesima, del fatale incidente per un abbaglio sul bersaglio, comunque dell’omicidio colposo. Franco Pasquini, noto, stimato e ben voluto a Treglio e a Lanciano, si divideva tra le attività di assessore all’Urbanistica, Politiche Agricole e Formazione nel comune di Treglio, e di sindacalista Faisa Cisal e dipendente capo officina nell’azienda Sangritana. Lascia la moglie e i tre figli Fabio, Dario e Luca. L’ultimo saluto, questa mattina alle 9.30 a Treglio nella chiesa di Maria Santissima Assunta in Cielo con tanto di gonfaloni e rappresentanti anche dell’Unione dei Comuni della Frentania e della Costa dei Trabocchi. Il sindaco Roberto Doris ha decretato il lutto cittadino, invitando i commercianti a chiudere le saracinesche durante i funerali.
Assessore ucciso, tragica fatalità Omicidio colposo: per morte di Franco Pasquini indagato Francesco Di Paolo
SAN VITO Quella passione per la «carabina» la accompagnava da tanto tempo e mai avrebbe immaginato che lo avrebbe portato alla morte: Franco Pasquini, 54 anni, assessore nel Comune di Treglio, ha cessato di vivere ieri mattina, ennesima vittima di una battuta di caccia fatale. La tragedia è avvenuta intorno alle 12.30, nelle campagne circostanti contrada Sant’Apollinare tra i comuni di Lanciano e San Vito, all’altezza del ristorante «La Castellana». Uno sparo tra la fitta vegetazione, questione di un attimo che Franco è caduto a terra esanime di fronte agli occhi atterriti dei suoi compagni che hanno allertato immediatamente i soccorsi del 118. Nella speranza di poterlo salvare, perché le prime convulse notizie dal Pronto Soccorso parlavano di un ferito a un arto. Poi, quando è giunta l’ambulanza con il rinforzo di un elicottero, gli operatori sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso, presumibilmente sul colpo, di Franco Pasquini, colpito, in realtà, all’addome. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Lanciano coordinati dal capitano Massimo Capobianco, impegnati per tutta la giornata ad effettuare rilievi e accertamenti. Pensare che ieri doveva essere una delle solite mattinate di evasione inizio weekend, abitudinaria occasione per tanti cacciatori: così, intorno alle 10, Franco è partito per non fare più ritorno da quella battuta di caccia al cinghiale con una quindicina di compagni, tutti armati di fucili caricati a pallettoni, di quelli che non perdonano. L’assessore lascia nella disperazione una moglie e tre figli. In Comune gli erano state affidate le deleghe per l’ Urbanistica, le Politiche Agricole e la Formazione, e nella vita si divideva tra gli impegni amministrativi e un’occupazione come sindacalista Faisa Cisal e capo officina in Sangritana. A Treglio c’è incredulità e sconcerto perché in quella piccola comunità dicono che era ben voluto e stimato da tutti. A ricordare la sua vicenda umana restano le poche, commosse, efficaci parole che il sindaco Roberto Doris riesce a pronunciare a fatica: «per noi è un lutto e un dolore immenso, Franco lo ricordiamo come una persona dalla grande umanità, sempre gioviale e disponibile, ma attento e responsabile nelle sue funzioni di amministratore». Non è il primo tragico errore che si verifica in un ambiente che, anche volendo fare tara delle contestazioni animaliste e ambientaliste, pone pesanti interrogativi su un’ auspicabile maggiore garanzia di sicurezza. Tutti ricorderanno due episodi che hanno funestato nei nostri territori l’estate del 2012, quando persero la vita Vernino Costantini, 61enne di Tornareccio, colpito da un proiettile partito accidentalmente da un fucile di un collega presso un poligono di tiro all’aperto ad Atessa, e Gabriele Di Tullio, ex operaio pensionato 54enne, morto dissanguato nelle campagne di Casalbordino perché scambiato per un cinghiale. Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sugli sviluppi delle indagini e sulle attribuzioni delle responsabilità per la morte di Pasquini. Si cerca di capire se sia stato un fatale errore di bersaglio o un colpo esploso del tutto accidentalmente, e comunque la Procura avrebbe già aperto un’ inchiesta per omicidio colposo a carico di un 70enne lancianese. In serata, dopo la ricognizione cadaverica, il corpo dell’uomo è stato restituito ai familiari per i funerali.
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