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Pescara, 25/11/2024
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Data: 02/12/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Appello dell’Udc ai partiti: «Salviamo le infrastrutture». Porto, aeroporto e stazione: Pescara e l’Abruzzo rischiano il declassamento. Il Pd accusa «la giunta senza idee»

PESCARA Aeroporto, porto fluviale, stazione e rete ferroviaria: le infrastrutture della città di Pescara– ma che sono di fondamentale importanza per tutta la regione – rischiano il declassamento o, come nel caso del porto, sono bloccate da anni. Su questi temi il gruppo dell'Udc del Comune di Pescara «rivolge un appello alle forze politiche affinché ci sia una forte convergenza per salvaguardare questo patrimonio». L’Udc, in una nota a firma del capogruppo Licio Di Biase, prende in esame la situazione critica delle infrastrutture a cominciare dall’aeroporto, dopo che è stata decisa la riduzione dell’operatività da 24 a 16 ore con la chiusura notturna.Al quale si aggiunge, ricorda l’Udc «il non remoto declassamento dello stesso; questo è un colpo mortale per i servizi presenti nell'aeroporto e per quel timido segnale del turismo straniero invogliato dalla tranquillità e dalle genuinità delle zone interne». «Po, c'è il problema relativo al porto bloccato da due anni, con un dragaggio che non riesce a garantire la piena riattivazione, ma soprattutto con un'attesa, che dura da un anno, della Vas dalla Regione, e questo per dare seguito ai lavori previsti nel Piano regolatore portuale, per cui ci sono già i finanziamenti». L’Udc parla infine del «dramma della stazione, che ormai chiude per quattro ore ogni notte e, l'angosciosa distanza dell'alta velocità dall'Abruzzo, con il rischio reale di far riprecipitare la nostra Regione in un isolamento che solo dagli anni '60 siamo riusciti ad attenuare». Per affrontare questi problemi, che rischianodi riportare indietro tutto l’Abruzzo, l’Udc «a appello a tutte le forze politiche affinché si costituisca un tavolo politico-istituzionale per affrontare in modo organico questi drammi che rischiano di annientare scelte e realizzazioni compiute nell'interesse del nostro territorio negli anni '60 e '70». Anche il gruppo consiliare del Pd punta il dito contro questi e altri problemi della città, addebitandoli però all’inconcludenza della giunta Mascia. «Imu-filovia-porto-parco nord-teatro-aeroporto: tutte le spine irrisolte di una amministrazione senza idee». Inizia così una nota polemica del Pd a firma dei consiglieri Enzo Del Vecchio e Camillo D’Angelo. «La città di Pescara sta andando miseramente a ramengo», prosegue la nota, «e senza che il suo sindaco sembra rendersene conto. Dopo aver sciaguratamente dilapidato le risorse disponibili adesso si accapiglia con il consigliere Sospiri per dirimere se ai pescaresi è meglio aumentare l'addizionale Irpef o l'Imu, per coprire quel buco di 4,3 milioni di euro noto da tempo, come se poi a pagare comunque una tassa non fossero sempre i cittadini di Pescara». La nota del Pd si incentra poi sulla questione del ParcoNord, dopo che nel piano delle opere pubbliche è stata prevista la possibilità che i proprietari cedano al Comune il 70% delle aree in cambio della possibilità di costruire sulle superfici rimanenti. Su questa vicenda, dice il Pd, i solerti maggiorenti di Palazzo di Città si erano completamente dimenticati della osservazione presentata dai titolari di quelle aree e solo dopo che il consigliere Del Vecchio ha posto in aula consiliare la questione ecco che le trombe iniziano a squillare. Squilli che Sospiri fa arrivare al 18.04.2011 quando il Consiglio decise di dare mandato alla giunta di verificare, nell'arco di dodici mesi, la possibilità di un eventuale accordo con i proprietari delle aree ricadenti nel parco nord; in caso contrario si sarebbe proceduto ad avviare la procedura di esproprio». Ma non se ne è fatto nulla, «il tempo fissato nel 2011 è abbondantemente scaduto»,di cono i due esponenti del Pd, «e nulla l'amministrazione ha consegnato al Consiglio comunale, salvo ora appellarsi a quella osservazione che altro non è che una proposta, da parte dei privati, di un accordo di programma il cui esame non potrà certamente avvenire all'interno del provvedimento riguardante le opere pubbliche per l'evidente connotazione che la richiesta porta in se e cioè la realizzazione di interventi di tipo privatistico».

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