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Data: 02/12/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Picchiato e rapinato in casa. L’assessore Vannucci sequestrato da tre banditi, preso a pugni e minacciato di morte

Trasportato in ospedale a Giulianova dopo le botte ricevute nell’appartamento a Roseto. I primi a dargli conforto sono stati Pavone, Catarra e Antelli
Prendetevi tutto ma non uccidetemi: così ha ripetuto alla gang dell’Est Europa mentre veniva preso a cazzotti in faccia e alla nuca

ROSETO «Ero solo in casa. Mi hanno preso alle spalle. Prima mi hanno minacciato di morte, poi mi hanno riempito di pugni al volto. Ho urlato: prendetevi tutto, ma fermatevi, vi prego, non uccidetemi». Ezio Vannucci è sotto shock. Ha il viso tumefatto. Il terrore gli si legge in quegli occhi spalancati. L’assessore provinciale è stato rapinato, picchiato a sangue e sequestrato in casa per mezz’ora e di pomeriggio. Alle 18,30 di ieri, tre banditi gli entrano in camera, nell’abitazione a Roseto: lo prendono da dietro, lo immobilizzano e poi lo massacrano di botte. I banditi hanno i volti coperti da passamontagna e mentre picchiano Vannucci, accendono una mola e aprono la cassaforte come se fosse una scatoletta di tonno. L’assessore implora clemenza, ma loro vanno avanti con una determinazione feroce e calcolata. In due lo bloccano, lo tengono sotto scacco e sequestrato mentre il terzo svuota la cassaforte e, forse, un quarto complice attende fuori in macchina, un’Audi o una Golf, con vetri oscurati, come raccontano altre vittime di furti in casa messi a segno, negli ultimi giorni, nel Teramano. «Potevano uccidermi», dice Vannucci che si rende conto di essere sopravvissuto alla rapina, stile Arancia Meccanica di Kubrik, solo quando i banditi fuggono dalla sua abitazione, in via Virgilio, con i soldi, gli ori ed i gioielli. Gli hanno risparmiato la vita ma lo hanno rapinato nel modo più crudele possibile. Ed ora l’assessore, seduto su una sedia a rotelle, nell’atrio dell’ospedale Santissima Immacolata di Giulianova, racconta la mezz’ora di terrore a chi gli sta di fronte, mentre la moglie annuisce e cerca di confortarlo. Non ha riportato ferite gravi, ma da ieri sera, Vannucci, è all’ospedale giuliese dove, i primi ad arrivare, sono stati, verso alle 21,30, il sindaco di Roseto, Enio Pavone, il presidente della Provincia, Valter Catarra e il direttore sanitario della Asl, Camillo Antelli. Vannucci racconta quei momenti terribili e loro ascoltano basiti. Ieri pomeriggio, l’ex sindaco di Roseto, esponente di spicco del partito dei Liberalsocialisti, da sempre ago della bilancia delle elezioni rosetane, ed assessore provinciale con una serie di deleghe – attività produttive, commercio, agricoltura, artigianato, turismo, edilizia scolastica e relazioni industriali – era rimasto a casa, con un filo di febbre. Moglie e figlio erano usciti, e le forze dell’ordine erano impegnate in massa al palasport, dove si stava giocando il più incandescente dei derby di basket tra il Roseto e il Chieti. Ha quindi approfittato di questo momento la gang, certamente dell’Est Europa, per fare irruzione nell’abitazione di Vannucci. L’assessore era davanti alla tv e non si è accorto del rumore di un vetro spaccato. L’appartamento è al piano rialzato: ai banditi è stato facile infrangere la finestra per entrare in casa. «Mi hanno preso alle spalle», racconta la vittima che ha implorato i rapinatori di non fargli del mare. «Prendetevi tutto, prendetevi tutto», ha ripetuto, sotto una scarica di pugni al volto e alla nuca. Anche due orologi di marca gli hanno portato via i banditi, romeni o albanesi, traditi comunque da un accento dell’Est, e fuggiti con il bottino prima che in casa rientrassero moglie e figlio dell’assessore. Il loro tempismo può confermare la presenza, all’esterno, del quarto complice che avvisa appena vede rientrare i parenti stretti della vittima. La banda fugge, Vannucci chiede aiuto e, dal palazzetto, arrivano i carabinieri, guidati dal capitano Domenico Calore, comandante delle compagnia di Giulianova e dal maresciallo Enzo Procida. Sulla rapina indaga il pm Davide Rosati. Oggi riceverà il primo rapporto dopo che i carabinieri avranno sentito Vannucci che può tirare un sospiro di sollievo.

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