L’AQUILA «Il ministro Trigilia mi bacchetta con parole molto dure, accusandomi di mancanza di responsabilità istituzionale e di essere dedito a ricercare un facile consenso, a discapito di una corretta informazione sui fatti». Inizia così la nota di risposta del sindaco Massimo Cialente al ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia. «Nella conferenza stampa che ho tenuto l’altro giorno», prosegue il primo cittadino, «ho chiaramente detto, e lo ribadisco, che è giunto il momento di un chiarimento con il dicastero della Coesione territoriale e con lo stesso ministro, sia perché lamentiamo una sua scarsa attenzione e presenza, sia perché siamo rimasti esterrefatti constatando che proprio il ministero che dovrebbe aiutarci e tutelarci nelle nostre ineludibili esigenze e problematiche è quello che aveva bocciato i nostri emendamenti, dando un parere negativo inspiegabile, senza peraltro consultare né la senatrice Pezzopane, che li aveva presentati, né il Comune dell’Aquila, che ne aveva fatto richiesta. Solo grazie al viceministro Fassina, al sottosegretario Legnini e all’impegno della senatrice Pezzopane, che ha dovuto battersi in Commissione Bilancio, gli emendamenti sono poi passati. Emendamenti, come quello per la proroga dei contratti per il personale precario, oppure quello relativo ai bilanci dei Comuni, senza i quali si sarebbe fermata la ricostruzione e la vita stessa del Comune dell’Aquila. Anziché frasi offensive rispetto al mio ruolo istituzionale mi sarei aspettato dunque una spiegazione di questa circostanza che, nel migliore dei casi, può denotare una totale sottovalutazione dei problemi o, peggio ancora, una mal celata incuria. È su questo che mi sarei aspettato una risposta. Risposta che ci è dovuta». «Per quanto riguarda i finanziamenti», ha aggiunto Cialente, «per i quali aspettiamo una liberatoria a poterli utilizzare subito, come competenza e in parte come cassa, non accetto ricostruzioni false. Il miliardo e 200 milioni è stato ottenuto solo grazie alle azioni di mobilitazione e di lotta messe in atto dal Comune dell’Aquila, anche pesanti, come il gesto di togliere il Tricolore dalle sedi comunali». «Mi stupisce, infine, che venga evocata dal ministro», dice ancora il sindaco, «la vicenda dei 100 milioni per il rilancio economico e produttivo. È un anno che queste risorse sono disponibili ed è un anno che si arranca stancamente, attraverso allucinanti passaggi burocratici, vissuti come ineludibile condanna e supinamente subiti senza alcuno sforzo per accelerare i tempi. Il risultato è che i 100 milioni sono ancora a Roma, mentre qui intere famiglie non sanno come sopravvivere. La verità è che si sta procedendo molto stancamente, anche rispetto a questioni decisive, come la mia richiesta di provvedere immediatamente a riconfermare il diritto a rientrare nelle sedi delle loro attività commerciali e artigianali per le centinaia di attività produttive che, alla data del sisma, erano localizzate nel centro storico. Burocrazia, lentezza e, soprattutto, un atteggiamento paternalistico del quale siamo stanchi dopo tutto quello che ci è capitato in questi anni». «Se si ha un compito», conclude il sindaco, «lo si deve assolvere seriamente, altrimenti è meglio lasciare il passo a chi lo vuole e lo sa fare».