ROMA Il conto alla rovescia è partito. Sessanta giorni scarsi, poi scatterà l’ennesima clausola di cui la legge di stabilità è stata imbottita. Se entro il prossimo 30 gennaio il governo non avrà trovato 500 milioni di euro, partirà automaticamente un taglio lineare delle detrazioni fiscali previste dall’articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi. Si tratta di una serie di sconti fiscali che permettono di detrarre dall’Irpef, nel limite del 19%, molte spese sostenute dai contribuenti. L’elenco è lungo. Si va dai mutui sulla prima casa, una voce che da sola vale 1,33 miliardi di euro per uno sconto pro capite di 331 euro, alle spese sanitarie, che nel loro complesso valgono 2,35 miliardi e riguardano ben 14 milioni di contribuenti che, mediamente, riescono ad avere uno sconto fiscale di 166 euro. E questo per citare solo le due principali voci di una serie molto lunga di riduzioni fiscali che vanno dalle palestre per i figli, alle spese per l’istruzione fino ad arrivare ai contributi ai partiti politici. Un elenco di sconti che, secondo le stime, nel suo insieme riguarda oltre 18 milioni di contribuenti per un valore cumulato di 5,3 miliardi di euro. Se il governo entro i prossimi sessanta giorni non riuscirà a trovare i 500 milioni necessari, lo sconto fiscale scenderà automaticamente dal 19% al 18%. Non solo. La stessa manovra dovrà garantire altri 800 milioni di euro circa per l’anno successivo, il 2015, altrimenti la detrazione scenderà ancora fino al 17%.
LA DELEGA SUL FISCO
Il dossier è sul tavolo del governo, anche se l’esecutivo è alle prese con altre grane, come i fondi mancanti per l’esenzione totale della seconda rata dell’Imu. Le speranze di evitare la stretta fiscale, questa volta, non sono legate al lavoro dell’ex dirigente del Fmi, Carlo Cottarelli, ma a quelle di un ex funzionario della Banca d’Italia, Vieri Ceriani. Il censimento di tutti gli sconti fiscali che «erodono» la base imponibile porta il suo nome. Lo stesso Ceriani è stato il sottosegretario dell’Economia, che sotto il governo Monti, ha scritto la delega fiscale che dovrebbe portare ad una razionalizzazione di queste riduzioni d’imposta (che nel complesso valgono 270 miliardi). La stessa delega che, adesso, nella veste di consigliere economico del ministro Saccomanni, Ceriani sta cercando di mandare in porto in Parlamento. Solo se avrà successo e se riuscirà a bruciare le tappe dei decreti attuativi, il taglio lineare di gennaio delle detrazioni potrà essere evitato. Anche Cottarelli, tuttavia, ha un ruolo. Tutto l’elenco degli sconti fiscali potrebbe subire un taglio di 10 miliardi di euro tra il 2015 e il 2017 se dalla spending review non arriveranno risorse sufficienti a compensare queste risorse. Cottarelli ha promesso che dal suo lavoro arriveranno addirittura 32 miliardi. Abbastanza per evitare la stretta fiscale e anche per finanziare il cuneo fiscale come chiesto da Enrico Letta.