PESCARA Cinque milioni di euro di danni soltanto a Pescara, almeno altri 5 in provincia. A confermare i grandi numeri, ieri, è stato il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello durante il Consiglio dei ministri. E poi ci sono centinaia di auto sommerse dall’acqua sputata dalle fogne e ormai da buttare, i negozi allagati con la merce ammucchiata sui marciapiedi, i danni agli immobili privati. Dopo due giorni di pioggia, è tornato il sole e ha fatto luce sui danni: oltre al fiume Pescara esondato con il fango sulle golene e alle fogne otturate in quasi mezza città, ora l’allarme è per le frane in collina. Si muove la collina delle villette a schiera: sono 14 le frane in corso a Pescara, altri 15 gli smottamenti a Montesilvano. Fa paura la collina residenziale che perde pezzi. Con l’emergenza ancora in corso e la conta dei danni appena iniziata, già comincia il balletto dei soldi per ripartire: secondo il deputato montesilvanese del Movimento 5 Stelle Andrea Colletti, il governo Letta ha appena cancellato dalla legge di stabilità 9 milioni di euro destinati l’anno scorso a contenere il rischio esondazione del Pescara. Tanto per capire, secondo l’assessore regionale all’Ambiente Angelo Di Paolo, servirebbero «73 milioni di euro» di lavori lungo il fiume per evitare pericoli a Pescara: «Attualmente una spesa non sostenibili dalla Regione». Se 73 milioni non ci sono, ora, dice Colletti, il governo ne cancella anche 9 già stanziati: «Nel 2013 il governo aveva previsto 9 milioni per l’esecuzione di interventi volti a rimuovere i rischi di esondazione del fiume Pescara, ora queste cifre sono azzerate», dice Colletti, «continuiamo a chiederci che fine abbiano fatto i soldi stanziati nel 2013, e che fine ha fatto il commissario desaparecido Adriano Goio. Fatto sta che il capitolo di spesa relativo alle somme da assegnare “per l’esecuzione di interventi indifferibili ed urgenti volti a rimuovere i rischi di esondazione del fiume Pescara e a ristabilire le condizioni minime di agibilità e fruibilità del porto-canale di Pescara” è tristemente vuoto». Il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento per ripristinare «i fondi tolti» al rischio esondazione del fiume. «Questo azzeramento era stato previsto ben prima del fine settimana», denuncia Colletti, «però continuiamo a chiederci: perché la politica deve sempre rincorrere le emergenze e non prevenirle? Perché la politica si straccia le vesti sempre dopo, sperando che un minuto di silenzio nelle aule parlamentari, serva a lavarsi la coscienza ed a coprire l’inettitudine dei vari governo che si sono succeduti?». Intanto, il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ha scritto al presidente del Consiglio Enrico Letta, al vice Angelino Alfano, a Quagliarello, al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e al sottosegretario Giovanni Legnini «per chiedere di emettere un decreto per consentire a Pescara di beneficiare del congelamento del Fondo di solidarietà, da far slittare al 2014, in modo da non privare la città di risorse a questo punto fondamentali per far risollevare il nostro territorio». Nell’appello al governo, Mascia ha parlato di emergenza frane: «L’ultima ondata di maltempo ha procurato situazioni di dissesto importanti e parliamo solo di una prima stima, con 14 frane, alcune delle quali di proporzioni enormi e molto preoccupanti, come in strada vicinale Colle Breccia, senza dimenticare le decine di strade completamente dissestate per l’esplosione dell’asfalto e tombini come su via Tiburtina».