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Pescara, 25/11/2024
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Data: 04/12/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Cancellate centinaia di strade. Comuni montani a pezzi. Non può partire la stagione a Prati di Tivo Nelle frazioni di Teramo bimbi ancora senza scuolabus. Così Anna Maria è caduta in una trappola

TERAMO Sono i Comuni a fare la lista dei danni. Le strade comunali della provincia di Teramo sono ridotte a colabrodi quando va bene, distrutte e impercorribili in molti casi. Ad Alba Adriatica le strade prospicienti il torrente Vibrata sono crollate; impercorribili ad Arsita le strade per Collecerri, Cacciafumo. Befaro, Collemesole; nel Comune di Basciano le strade per Villa Barnabeo, Feudo da Sole; a Cermignano quelle per contrada Braconi, Poggio delle Rose, Contrada Casamarano; a Civitella del Tronto le strade per Ripe, Rocche, Tavolaccio e Favale; tutte le strade comunali del Comune di Castelli sono al limite della percorribilità. Chiusa a Crognaleto la strada per Poggio Umbricchio; a Montefino la comunale Case Sparse che dal cimitero va all'innesto per San Michele; viabilità al limite in tutto il territorio comunale di Morro D'Oro. Situazione complessa anche a Mosciano Sant'Angelo verso contrada Santa Maria Assunta, Fosso Grande e Via Quaglia.

La situazione di Valle Castellana è tra le più gravi e si associa a quella di Pietracamela. Rimane ancora chiusa la provinciale 43 che collega la statale 81 a Pietracamela: la Provincia conta di riuscire a ripristinare la normale viabilità entro venerdì. Dopo le abbondanti nevicate la stazione sciistica dei Prati di Tivo rimane ancora una volta penalizzata da programmazioni che non riescono a valorizzarla.

Risolta l’emergenza ambientale a Teramo città. Il Comune ha ripristinato nella giornata di ieri i collegamenti con la zona di Carapollo, dove c’è il quartier generale della Teramo ambiente e i camion dei rifiuti sono riusciti a ripartire ed effettuare il servizio di raccolta porta a porta. Già nella giornata di oggi la situazione tornerà nella totale normalità. Lamentele ci sono in alcune frazioni per le difficoltà incontrate dagli scuolabus per prendere i bambini e portarli a scuola.

Così Anna Maria è caduta in una trappola

PESCARA Dubbi, contraddizioni e testimonianze discrepanti tingono di giallo la morte di Anna Maria Mancini. L’unica certezza è che la donna di 57 anni è annegata all’interno della propria auto, sommersa da tre metri d’acqua, nel sottopasso Menichini. Non è ancora chiaro, invece, il percorso che l’ha condotta in quel punto di via Fontanelle. La donna, intorno alle 5 di lunedì mattina, lascia la propria abitazione per recarsi a soccorrere la madre anziana, residente in via Fontanelle, che invoca aiuto perché la casa si sta allagando. Anna Maria parte da Spoltore, a bordo della sua Peugeot 207 grigia, che è ancora buio. Presumibilmente imbocca l’asse attrezzato e poi lo svincolo per l’aeroporto. Quindi si immette su via Tiburtina e percorre i circa 900 metri che la separano dall’inizio di via Fontanelle. Sono circa le 5.20. Secondo le fonti ufficiali, i vigili urbani hanno transennato gli accessi a via Fontanelle, sia da via Tiburtina che da via Tirino, già intorno alle 4.15 del mattino. Alcuni testimoni dicono di non aver notato segnali prima delle 6. Al riguardo non esistono certezze e da questo momento è possibile formulare soltanto ipotesi: A - VIA LIBERA Anna Maria non trova transenne che vietino l’accesso a via Fontanelle dal lato di via Tiburtina: piove, è buio, i vetri sono appannati e la donna è in ansia perché vuole raggiungere al più presto la madre. Sceglie di percorrere i 500 metri che la separano dal cavalcavia Menichini, non si accorge che in fondo al sottopasso il livello dell’acqua sta salendo paurosamente e compie la tragica scelta di imboccarlo. Molto più difficile che una donna di 57 anni abbia notato le transenne e abbia deciso di rimuoverle per passare ugualmente, anche perché sarebbe dovuta scendere dall’auto e in questo caso non avrebbe potuto fare a meno di rendersi conto che quel tratto di strada - come riferiscono alcune testimonianze - già a quell'ora era completamente allagato e non percorribile.

B - DEVIAZIONE Anna Maria nota le transenne e decide di raggiungere l’abitazione della madre passando da via Tirino. Conosce bene la zona e sa come muoversi: inserisce la retromarcia e percorre meno di 50 metri in direzione Chieti, svoltando in via Vicenza. Dall’imbocco della strada c’è un chilometro fino a via Tirino e altri 700 metri dall’inizio di via Tirino fino all’incrocio con via Fontanelle. Per arrivare in via Tirino occorre superare un ponte piuttosto alto, dopo il quale, sulla sinistra, si apre un vicoletto denominato strada vicinale Acquatorbida. Proprio questo vicolo è il terzo ed ultimo punto di accesso al sottopasso Menichini e a via Fontanelle. Difficile, però, che la donna abbia deciso di imboccarlo mentre proveniva da via Tiburtina: trovandosi in quel senso di marcia, infatti, avrebbe dovuto compiere un’infrazione grave e pericolosa, che non si addice ad una madre di famiglia di 57 anni. Più probabile che la donna abbia percorso tutta via Vicenza, sia arrivata in via Tirino e si sia trovata impossibilitata a proseguire. Diversi testimoni, infatti, riferiscono che intorno alle 5 del mattino quel tratto di via Tirino era completamente allagato. A questo punto, dunque, Anna Maria torna indietro e decide di provare a sfruttare l’ultima opzione disponibile. Strada vicinale Acquatorbida è un vicoletto buio e isolato, che in quelle condizioni non sarebbe consigliabile percorrere, ma la ferma volontà di soccorrere la madre prevale su tutto. La stradina non è transennata, e non lo sarà fino alla tarda mattinata, come riferiscono tutti i residenti: Anna Maria prosegue dritta, senza incontrare particolare ostacoli e si accorge di essere finita in una trappola mortale soltanto quando ormai è troppo tardi. La telefonata al marito è l’estremo tentativo di invocare aiuto.

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