ROMA Aspettano di vedere le carte. Ovvio e scontato. Ma, a poche ore di distanza dalla riunione-clou che dovrebbe precisare modi e tempi dei tagli, mandano ai vertici di Alitalia un segnale netto: non accetteremo esuberi, abbiamo già dato. I sindacati si presenteranno determinati al rendez vous di questa sera (ore 18) nel quartier generale della compagnia. Il piano elaborato da Gabriele Del Torchio, anticipato dal Messaggero, punta ad arrivare a un risparmio dei costi tra il 20 e il 25%, circa 350-400 milioni, andando ad incidere sul fattore lavoro: riduzione temporanea degli stipendi per chi percepisce oltre 40.000 euro lordi all’anno. Non era mai accaduto nella pur lunga storia dell’aviolinea. Ma a sopportare il peso più rilevante del processo di risanamento sarà il personale operativo: duemila i dipendenti che sarebbero coinvolti, tra i quali oltre 440 assistenti di volo e piloti, attraverso il meccanismo dei contratti di solidarietà e della cassa integrazione. Sforbiciate, forse anche maggiori (c’è una ipotesi che arriva a quota 630 esuberi) che andranno ad alleggerire le buste paga. Se alla fine del prossimo anno, garantisce la compagnia, i conti miglioreranno, gli stipendi torneranno alla situazione attuale. Le organizzazioni di categoria arriveranno al vertice di questa sera decise a mantenere almeno l’integrità degli organici, poi si potrà discutere di tutto: dalla rimodulazione dei carichi di lavoro alle eventuali modifiche contrattuali. Ma nessun negoziato su possibili esuberi.
PROTESTE SU LARGA SCALA
Avverte Giovanni Luciano, segretario generale della Fit/Cisl: «Non accetteremo neppure un licenziamento, questo è sicuro. Vogliamo vedere cosa c’è effettivamente nelle carte e quale è l’obiettivo finale». Sul resto è buio o quasi. «Perché - spiega Luciano - finora la società non ci ha presentato alcun numero. Porteremo avanti la trattativa in modo puntiglioso affidandoci al cervello prima che alla pancia». Il progetto aziendale, secondo il leader della Fit, non è affatto chiaro, come non è chiaro quale sarà l’assetto di vertice dell’aviolinea dopo la ricapitalizzazione: «Certo se Alitalia intende inseguire il modello low cost sta commettendo un errore gravissimo che non porterà da nessuna parte». Insomma, tutto è ancora troppo nebuloso e vago. A preoccupare i sindacati è soprattutto il punto di caduta del confronto, cioè l’azienda punta soltanto a fare cassa o, invece, ad avviare una ristrutturazione credibile, seria e condivisa? Analogo l’atteggiamento della Filt-Cgil: nessun nuovo sacrificio se non a fronte di un progetto di risanamento vero. Ecco perché prima è necessario andare a scoprire le carte verificando le reali intenzioni della compagnia. «Sicuramente sarà una trattativa in salita - sottolinea Marco Veneziani, segretario nazionale dalla Uiltrasporti - e soprattutto non sarà facile far accettare i tagli di cui si parla alle persone che hanno già fatto molti sacrifici. Noi siamo pronti alla mobilitazione. Non è così che potremo riuscire a risolvere i problemi dell’azienda e quelli della gente. La cosa più preoccupante e che all’interno della società ci sono poche teste pensanti su come individuare le linee per uscire dalla crisi. La verità è che in questo momento Alitalia non ha strategie».