PESCARA Che l’autobus fosse stato acquistato «senza contributi pubblici», ovvero della Regione, ci tenevano eccome a farlo sapere. Tanto da scriverlo in grossi caratteri sulla fiancata di ogni mezzo della flotta. Quando si costituì, il Consorzio prontobus era una specie di sfida all’ignoto, ma si era rivelata subita come una sfida all’ultimo sangue con lacci e lacciuoli disseminati lungo la strada dell’innovativo collegamento tra Pescara e l’aeroporto. Quello di Fiumicino. Un’"invenzione" che consentiva di lasciare l’auto a casa, di non penare col traffico autostradale e del Raccordo anulare, di non sborsare fior di soldi con i sempre esosi parcheggi. Apriti cielo. Partirono ricorsi a raffica contro quei privati che si erano messi insieme e aggredivano il redditizio monopolio pubblico su gomma con la Capitale, col primo risultato che per imbarcare i passeggeri si doveva fare capolinea all’estremità dell’aeroporto, quello pescarese, ma fuori provincia perché su territorio di San Giovanni Teatino. Gli avvocati ebbero di che lavorare tra ricorsi e controricorsi al Tar: uno stillicidio di carte bollate e cause. Ma il consorzio non solo non venne soffocato nella culla, grazie allo scudo del diritto, ma è cresciuto e bene, tanto da ampliarsi e da ampliare l’offerta. Oggi ne fanno parte Di Battista, Di Carlo, Chiarelli, Abruzzo Touring, Marino e Giacomucci, con un asse Pescara-L’Aquila-Chieti-Manoppello-Scerni. Nove collegamenti quotidiani con Fiumicino, fino allo scalo navale di Civitavecchia e pure tre corse per Roma Tiburtina: scalo dapprima off limits. I prezzi vanno dagli 11 euro a tratta per il centro di Roma, ai 21-24 per gli aeroporti (c’è anche Ciampinpo) ai 35 per Civitavecchia (due corse al giorno). Convenzioni ovviamente con aziende e categorie, biglietto omaggio il giorno del proprio compleanno e ai viaggiatori più affezionati (per numero di tagliandi). Chi aveva avuto l’intuizione aveva visto giusto: aveva resistito alle spallate burocratiche, allo scetticismo, persino agli autobus mezzo vuoti. Oggi, a distanza di oltre un decennio, non prenotare via internet mette a rischio di rimanere a piedi, soprattutto nelle fasce orarie con maggior traffico di aerei. Dal passaparola alla considerazione che per godersi un viaggio è meglio non avere preoccupazioni né prima né dopo. In barba ai costi di benzina, di autostrada e di parcheggio.