PESCARA In principio era il biglietto unico dei trasporti su gomma e su rotaia nell'area metropolitana Chieti-Pescara. Ora irrompe il biglietto unico integrato regionale. Muoversi in treno e in bus rispettando i tempi e a prezzi equi è il sogno dell'intermodalità che sembra avverarsi anche in Abruzzo. Qualcosa sul genere di "scusate il ritardo" poiché la prima proposta di legge regionaleini in tal senso risale al 1998. Comunque, meglio tardi che mai e ieri la commissione Trasporti, quindi il Consiglio regionale hanno approvato all'unanimità la proposta contenuta nella finanziaria regionale. Prima di esultare, però, i pendolari dovranno fare i conti con la stessa Regione e i concessionari di trasporto pubblico locale, che sono oltre 50. Ci vorrà un anno per vedere realizzata concretamente la rivoluzione della mobilità in quanto gli accordi fra Regione e concessionari dovranno essere conclusi entro il 31 dicembre 2014, in modo da attivare il servizio entro il primo gennaio 2015. Al biglietto unico si è arrivati dopo tre anni di sperimentazione su gomma nell'hinterland delle province di Chieti e Pescara, grazie alla sinergia fra l'Arpa e la Gtm, col ticket di un euro valido 90 minuti.
«L'esperimento è riuscito - commenta Franco Rolandi, segretario regionale della Filt-Cgil - per cui è "esportabile" su tutto il territorio abruzzese, provincia per provincia. È chiaro che il biglietto unico intermodale è un salto di qualità e l'integrazione dovrà necessariamente prevedere un'apposita convenzione tra le aziende (oltre 50 tra pubbliche e private più Trenitalia), nel rispetto della tipologia e dei titoli di viaggio adottati dalla Regione. Solo così sarà finalmente operativo il sistema tariffario integrato». Tutti entusiasti del biglietto unico regionale, sindacati compresi. È ancora Rolandi a precisa che «se il servizio verrà attuato renderà omogeneo su tutto il territorio abruzzese un sistema unico tariffario (gomma/ferro) che fino ad oggi aveva trovato spazio solo nell'area metropolitana Chieti-Pescara, determinando un inaccettabile squilibrio con le zone interne, notoriamente svantaggiate anche in termini di qualità e quantità dei servizi di trasporto locale». L'auspicio di utenti e parti sociali che al primo passo concreto istituzionale «segua un sistema complessivo di riforme nel trasporto locale - conclude Rolandi - del quale si ha assoluta necessità e che l'attuale Consiglio regionale non ha avuto il coraggio di portare avanti. Il riferimento esplicito è al fondo unico regionale dei trasporti e all'azienda unica regionale, ahimé fallita anche in questa legislatura».