PESCARA Non solo le urla e lo spettacolo poco nobile visto nelle sedute fiume del consiglio regionale di fine anno. Il bilancio è il primo trampolino di lancio di una campagna elettorale già in pieno fermento anche se i termini ufficiali del voto per le Regionali sono ben lungi dallo start. Ieri altra giornata campale sul fronte politico abruzzese perchè il governatore Chiodi, insieme all’assessore al Bilancio Masci ha voluto chiarire alcuni dei contenuti della legge approvata alla fine di dicembre, attaccando duramente le opposizioni e lanciando messaggi inquietanti sul fronte De Fanis. «La loro ignoranza è sesquipedale - ha detto Chiodi riguardo alle contestazioni del centrosinistra - anzi, visto che è una parola difficile, la traduco in: grassa ignoranza. Qualora dovessero tornare al governo della Regione - ha proseguito .- che l'ultimo chiuda la porta, ci sarà da scappare dall'Abruzzo». Chiodi ha allargato il concetto. «Ho sentito accuse becere, volgari, anche gravi da un punto di vista etico - ha spiegato - gli artefici del disastro che accusano noi, che invece abbiamo pareggiato i conti. Per fare certe critiche ci vuole competenza e capacità, mentre qui abbiamo una opposizione che vende frottole».
IL PASSAGGIO SU DE FANIS
Poi il passaggio sulla vicenda di De Fanis: la Procura di Pescara ha aperto una fuga di notizie visto che dell’indagine sull’assessore regionale si sarebbe parlato in una riunione di giunta. Chiodi cita Nenni («C'è chi assalta la diligenza e chi avvelena i pozzi») e respinge l’accusa: «Ho sentore di rumors che potrebbero inquinare i pozzi della competizione elettorale. Mi dicono che De Fanis sarebbe stato avvisato a giugno, magari da me, delle inchieste a suo carico? Allora è bene dire che quelle cose le dicevano tutti, specie quelli del centrosinistra. Tutti ne parlavano. Non vorrei proprio che da qui alle elezioni ci fossero altri rumori stile giugno scorso...».
LA REPLICA DURISSIMA
Di tutt’altro tenore la risposta delle opposizioni. Camillo D'Alessandro, Pd, che più volte ha definito il bilancio regionale «falso» annuncia anche il ricorso al governo nazionale. «La battaglia di questi ultimi giorni ha smascherato la menzogna. Il rendiconto 2010 ha chiuso con un disavanzo pari a 433 milioni di euro, venti milioni in più dell'anno precedente. Il rendiconto 2011 ha chiuso con 484 milioni di euro, ovvero 70 milioni in più in due anni - ha continuato l'esponente del Pd -. Ora mancano altri due rendiconti. Se il trend di crescita è questo, come pare, siamo di fronte ad un disastro. Dico di più, facciamo un’operazione verità, un bel faccia a faccia pubblico: scelga Chiodi luogo e arbitri. Lui porta le sue carte, io le mie. Sono sicuro che è lui a mentire e lo dimostrerò». Si allinea anche Carlo Costantini, movimento 139, già sfidante di Chiodi nell’ultima campagna elettorale. «I veri commedianti sono proprio Chiodi, Masci e tutta la giunta che continuano a sbandierare presunti avanzi su un bilancio che non ha ottenuto il giudizio di parificazione dalla Corte dei Conti».