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Pescara, 25/11/2024
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Data: 04/01/2014
Testata giornalistica: Prima da Noi
Chiodi contro il centrosinistra: «grassa ignoranza. Se tornano al Governo bisognerà scappare». Su De Fanis: «tutti sapevano» e svela rumors di altri arresti

ABRUZZO. «Basta saccheggi, basta clientelismo si chiudono i rubinetti. Basta». Gianni Chiodi descrive il suo bilancio e si fa strada tra le polemiche degli ultimi giorni.

Attacca la minoranza colpevole di «troppa ignoranza» e sostiene che si voglia avvelenare la campagna elettorale già iniziata.
Il presidente come sa fare bene mette sotto i riflettori i suoi meriti in contrapposizione con i demeriti degli avversari girando il coltello nella piaga. La piaga è la gestione della nostra regione negli ultimi anni e così Chiodi ha gioco facile nel parlare di sperpero di denaro pubblico e di clientelismo dalle mille forme, di gestione dissennata per aver distratto i soldi del fondo sanitario per pagare sagre o altre spese secondarie. E quando Chiodi parla degli sprechi degli altri è difficile dargli torto…
«La loro ignoranza è sesquipedale - ha detto Chiodi riferendosi all’opposizione che nei giorni scorsi ha attaccato il Bilancio approvato e annunciato la presentazione di almeno due esposti - anzi, visto che è una parola difficile, la traduco in: grassa ignoranza. Qualora dovessero tornare al governo della Regione - ha proseguito .- che l'ultimo chiuda la porta, ci sarà da scappare dall'Abruzzo».

Per Chiodi il centrosinistra con l'ostruzionismo non intendeva intavolare una trattativa con la maggioranza, «ma creare un danno agli abruzzesi per motivi politici, visto che sono in arrivo le elezioni regionali. Però - sferra il colpo Chiodi - io sento notizie più serie di queste, ho sentore di rumors che potrebbero inquinare i pozzi della competizione elettorale. Mi dicono che De Fanis sarebbe stato avvisato a giugno, magari da me, delle inchieste a suo carico? Allora é bene dire che quelle cose le dicevano tutti, specie quelli del centrosinistra. Tutti ne parlavano. Non vorrei proprio che da qui alle elezioni ci fossero altri rumori stile giugno scorso...».
«Poi, però - chiude Chiodi - per chi ha fatto qualcosa... se fosse questo, allora sarebbe giusto che le cosa accadano».
«Ho sentito accuse becere, volgari, anche gravi da un punto di vista etico - ha spiegato al fianco dell'assessore al Bilancio Carlo Masci in una conferenza stampa - Gli 'artefici' del disastro che accusano noi, che invece abbiamo pareggiato i conti. Per fare certe critiche ci vuole competenza e capacità, mentre qui abbiamo una opposizione che vende frottole. Ma per fortuna non é più il tempo degli improvvisatori e dei demagoghi. Ora - insiste Chiodi - vorrei dire che grazie al nostro lavoro, chiunque dovesse governare l'Abruzzo nel futuro, può ripartire da un dato certo: si possono diminuire le tasse e il debito. Il mondo é cambiato: se ne renda conto anche l'opposizione».
Chiodi è tornato poi sul suo cavallo di battaglia: «per la prima volta nella storia della Regione Abruzzo le risorse correnti coprono le spese. Abbiamo inoltre ridotto le tasse e i debiti sono piu' bassi del 25 per cento rispetto a quelli che abbiamo ereditato. Resta un disavanzo pesante accumulato in venti anni che non potra' che essere coperto tra dieci o venti anni se non vogliamo distruggere la Regione».
«Alcune volte - ha rilevato - mi sembra di stare su 'Scherzi a parte' in quanto ricevo critiche molto forti da coloro che dovrebbero sapere come stanno le cose per il semplice fatto di averle prodotte. Adesso pero', ad esempio, non si distraggono piu' i fondi dal fondo sanitario nazionale per finanziare il bilancio regionale come avveniva in passato. La situazione dell'Abruzzo - ha proseguito - e' difficile, pero' quella del 2008 era drammatica. Nei prossimi anni si libereranno risorse importanti pari a 60 milioni di euro l'anno perche' avremo finito di pagare gran parte delle cartolarizzazioni disposte negli anni passati per far fronte ai disavanzi enormi e ai debiti della sanita'. Il disavanzo e' di 450 milioni di euro e le nostre entrate fiscali con le quali copriamo tutte le cose che bisogna pagare ammontano a 330 milioni di euro, e' chiaro che potra' essere sostenuto un rientro da questo disavanzo in venti anni».

LA RIDUZIONE DEI COSTI
Chiodi ha poi sciorinato la riduzione dei costi operata sotto il suo governo: «abbiamo azzerato le spese di rappresentanza (nel 2008 ammontavano a 728 mila euro), la cooperazione internazionale (nel 2008 pari a quasi 2 milioni di euro), le spese per attività istituzionali (nel 2008 pari a 2 milioni 850 mila euro), quelle per i servizi di consulenza (nel 2008 pari a 507 mila euro), ridotto le spese per il funzionamento della Giunta (da 325 mila euro a 90 mila), quelle per il funzionamento del Consiglio (da 32 milioni a 25 milioni 800 mila euro), quelle per il funzionamento degli organi consultivi (da 1 milione 434 mila a 50 mila) e quelle per le risorse umane (da 104 milioni di euro a 97 milioni 800 mila). Insomma, - conclude Chiodi - si è garantito lo stretto indispensabile per portare avanti la macchina amministrativa della Regione e si è anche detta la parola fine alle follie del passato come le sedi in Brasile e Romania o le spese esorbitanti sostenute per lo svolgimento delle sedute del Cram in giro per il mondo»

MASCI, ANCORA SCONGIURATO L'ESERCIZIO PROVVISORIO
«Non era mai successo in 43 anni di storia della Regione Abruzzo che, per cinque anni di seguito, si riuscisse ad approvare il Bilancio senza andare in esercizio provvisorio. Inoltre, per la prima volta, siamo stati in grado di chiudere il Bilancio senza utilizzare risorse straordinarie», ha commentato invece l'assessore al Bilancio, Carlo Masci. «In realtà, - ha precisato Masci - abbiamo approvato sei Bilanci e quindi altrettante Finanziarie poichè c'era da approvare anche il Bilancio predisposto dalla Giunta di centro-sinistra. Così come abbiamo approvato cinque rendiconti, dal 2007 al 2011. Ora attendiamo che quest'ultimo venga approvato anche dal Consiglio regionale. Non appena questo accadrà, - ha proseguito - siamo pronti ad approvare anche il Bilancio consuntivo del 2012. Ma lo faremo in ogni caso anche se il Consiglio regionale non dovesse approvarlo entro la fine del mese, come auspichiamo».
Rispetto alla posizione dell'opposizione secondo cui il Bilancio non sarebbe veritiero mancando l'approvazione del rendiconto, Masci ha replicato invitando a rileggere la relazione sul Bilancio dei revisori dei conti dove «si ravvedono gli elementi per poter esprimere un sostanziale giudizio favorevole di coerenza interna, di congruità e attendibilità contabile delle previsoni di bilancio».
In particolare, nella relazione, i revisori dei conti mettono in evidenza che «il Bilancio dell'Ente rappresenta una realtà caratterizzata da estrema rigidità della struttura finanziaria dovuta, in larga parte, a politiche di spesa operate in epoche passate che, tuttavia, condizionano in maniera determinante, gli equilibri attuali. Correttamente, - prosegue la relazione dei revisori - il Bilancio di previsione non prevede l'assunzione di nuovi prestiti».
Riguardo, poi, alla richiesta della Corte di Conti di approvare velocemente i rendiconti 2011 e 2012 per fare la parifica, diventata obbligatoria per legge da quest'anno, Masci ha fatto notare che «è emersa la impossibilità di utilizzare l'avanzo di amministrazione presunto. Questo sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale secondo cui nessuna spesa può essere accesa in poste di bilancio correlate ad un avanzo presunto, se non quelle finanziate da fondi vincolati e regolarmente stanziati nell'esercizio finanziario. A tal proposito, - assicura l'assessore - noi ci siamo attenuti, nella redazione del Bilancio 2014, alle prescrizioni della Corte dei Conti. Su questo non si discute».
A chi sostiene che il disavanzo finanziario sarebbe aumentato anche negli ultimi anni, Masci risponde che «è sufficiente leggere i rendiconti 2010 e 2011 per rendersi conto del fatto che le poste in aumento del disavanzo derivano da questioni tecnico-formali relative a sanità e trasporto pubblico locale ma questo - conclude - non ha incidenza sull'entità del disavanzo stesso».

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