ROMA In Sardegna la prima prova del voto per il nuovo segretario del Pd Matteo Renzi e per il leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano comincia in salita. E parte col piede sbagliato anche il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, alla prima verifica dopo un anno in Parlamento. Nella regione si andrò al voto per il rinnovo del consiglio regionale il prossimo 16 febbraio, con una nuova legge elettorale che presenta aspetti innovativi come la riduzione dei consiglieri da 80 a 60 e la cancellazione del listino del presidente, lo sbarramento (5% per i partiti e 10% per le coalizioni) e il premio di maggioranza a chi supera il 40%, ma con i principali sfidanti della coalizione del centrodestra guidata dall’uscente governatore Ugo Cappellacci che a dieci giorni dalla presentazione delle liste non hanno ancora il candidato presidente.
PRIMARIE PD VANIFICATE
A partire dal Pd, che pure aveva svolto con anticipo le primarie e aveva scelto Francesca Barracciu. Dopo l’iscrizione della europarlamentare in un’inchiesta sull’utilizzo dei fondi dei gruppi regionali, questa settimana la Barracciu ha rinunciato alla candidatura denunciando di essere stata costretta dai poteri forti del partito regionale, da Renato Soru a Paolo Fadda e Antonello Cabras. Barracciu sta rappresentando la prima grana elettorale per Renzi, che ha delegato il suo braccio destro Stefano Bonaccini che fino ad ora è riuscito solo a convincere la ex sfidante al passo indietro promettendole, secondo i rumor che circolano intorno al Pd regionale, una sorta di diritto di veto sulla personalità che prenderà il suo posto ma che non si riesce a individuare. Così, mentre Cappellacci, la scrittrice Michela Murgia (Sardegna Possibile), Mauro Pili (Unidos), Cristina Puddu (Movimento europeo di rinascita sarda) e Pier Franco Devias (Fronte Indipendentista Unidu) sono già in campagna elettorale, il Pd è ancora imballato.
LA CARTA PARISI
Undici i nomi messi sul campo tra i quali quello di Arturo Parisi che ha energicamente rifiutato. Tra quelli che aspirano c’è la criminologa Cristina Cabras, il prorettore dell’università di Cagliari Francesco Pigliaru, il professor Gianmario Demuro, il rettore dell’università di Sassari Attilio Mastino, la deputata Caterina Pes, il segretario della Fnsi Franco Siddi e l’ex presidente della provincia di Carbonia-Iglesias Tore Cherchi. Non è migliore la situazione che deve districare Beppe Grillo.
Alla certificazione di movimento ufficiale aspirano due gruppi che in questi mesi hanno lottato sul web. Da una parte l’associazione 5 stelle di Cagliari che vuole candidare Alessandro Polese e rappresenta i movimentisti duri e puri. Dall’altra i meetup che candidano Ettore Licheri. Tra queste due posizioni sono spuntati anche due mediatori, Maria Teresa Piccinnu e Giorgio Fanni. Una situazione che ha fatto irritare Grillo e diffondere la voce che potrebbe addirittura scegliere di non presentare il partito alle elezioni.
MODERATI CON CAPPELLACCI
Chi gode di tutto questo caos è sicuramente Cappellacci che è rimasto in Forza Italia e ha formato una coalizione larga con Udc, Riformatori, Uds e Fratelli d'Italia. Il Nuovo Centrodestra che ha un solo consigliere regionale, Renato Lai, sostiene la maggioranza di governo ma che ha deciso di non presentarsi alle elezioni.
«Il partito è ancora troppo giovane e io anche per una questione anagrafica ho deciso di ritirarmi dalla politica attiva», spiega Lai al Messaggero. «Sono a disposizione per lavorare al nuovo partito ma credo che in questo momento sia meglio lavorare alla sua costruzione piuttosto che presentarlo subito alle elezioni».