Né colori, né bandiere. Il 20 gennaio tornano in piazza gli autisti autorganizzati dell’Atac, che da due mesi ormai stanno dando battaglia per richiamare l’attenzione del Campidoglio sulle loro condizioni di lavoro e su quelli che ritengono diritti lesi. A dare l’annuncio del corteo è la leader del movimento, e presidente della neocostituita associazione «Cambia-menti m410», Micaela Quintavalle. La questura ha autorizzato la manifestazione, dice. Appuntamento alle 14 a piazza dell’Esquilino. Itinerario prestabilito: via Cavour, largo Corrado Ricci, via dei Fori Imperiali, piazza Madonna di Loreto, piazza Venezia, via Cesare Battisti, piazza Santi Apostoli. Alla manifestazione, che potrebbe creare parecchi disagi, dovrebbero partecipare anche gli autisti di altre città, come Genova e Firenze, minacciate dalla privatizzazione del trasporto pubblico. «Non è uno sciopero - precisa Quntavalle - e al corteo merceranno gli autisti che non dovranno lavorare nel turno pomeridiano».
LO STATUTO
Lo statuto di Cambia-menti m410 è stato presentato all’Agenzia delle Entrate venerdì scorso. Il nome prende spunto dall’ultimo album di Vasco Rossi che ha accompagnato la campagna d’autunno del movimento, dal 4 al 10 ottobre. «Una costituzione - spiegano dal direttivo, di cui fanno parte anche alcuni ferrotranvieri dei Ferrovie - che tra pochi giorni sarà ufficializzata in azienda». Due gli obiettivi che si fissa il nuovo sindacato. Il primo, nazionale, è contro la privatizzazione e per il rinnovo del contratto. L’altro, che riguarda Roma, è molto più articolato. «Vogliamo subito le mille assunzioni, con corsia preferenziale per i 115 interinali che l’azienda Atac ha già formato - spiega Micaela Quintavalle - Gli altri 885 non importa da dove vengono. Se l’azienda ha i soldi potrà indire un concorso esterno. Se non ha soldi si sbrighi a riqualificare il personale amministrativo, ampiamente in esubero».
I PUNTI CALDI
Il sindacato chiede anche nuove vetture da mettere sulle linee ferroviarie, come la Roma-Lido, Giardinetti e Viterbo e sulla strada. «Abbiamo treni che circolano del 1923 - dice la leader degli autorganizzati - I bus più nuovi hanno una media di 9 anni. Per non parlare di quelli di Tor Vergata e Collatina». Quintavalle rivendica anche gli arretrati economici che spettano ai lavoratori, con lo sblocco dei parametri che regolano gli scatti. Poi c’è la questione dei verificatori. «I 75 in servizio oggi - aggiunge la sindacalista - sono troppo pochi. E pochi verificatori significa molti passeggeri senza biglietto, con un’evasione che secondo i dati sfiora il 40% delle entrate». E ancora: «Noi rinunceremo a qualsiasi tipo di privilegio sindacale - dice Quintavalle - perché non vogliamo caste». Le accuse sono contro Cgil, Cisl, Uil e Ugl, tra i «nemici» del neonato movimento che promette battaglia, e che tra due settimane dovrà dimostrare a tutti quali sono i suoi muscoli.