ROMA Aliquote, scadenze, modalità di pagamento. Sulle nuove tasse sulla casa, al momento, sono più le cose che non si conoscono che quelle che già si sanno. Così a gennaio si rischia il caos. A cominciare dalla Tasi, l’imposta che ha sostituito l’Imu. Partiamo dalle aliquote. Quella base è fissata per le prime case all’uno per mille, ma la legge di Stabilità ha fissato un tetto massimo al 2,5 per mille. Sulle altre case non si potrà andare oltre il 10,6 per mille la stessa aliquota massima della vecchia Imu. Ma tra due giorni le carte in tavola potrebbero di nuovo cambiare. Martedì 8 gennaio in Commissione bilancio alla Camera riprende l’iter del decreto sulla mini-Imu e il governo è intenzionato a presentare un emendamento per alzare il prelievo base al 3-3,5 per mille sulle prime case e all’11,6 sulle altre abitazioni. C’è poi un giallo su quando dovrà essere effettuato il primo versamento della Tasi. Sul sito del governo c’è un documento redatto dal ministero dell’Economia che indica il prossimo 16 gennaio come data di pagamento della prima rata. Nessun Comune, ovviamente, ha ancora stabilito le aliquote, ma il documento del governo spiega che a gennaio si potrà pagare l’aliquota base divisa per quattro.
IL VADEMECUM
Il vademecum del ministero, tuttavia, è datato 12 dicembre, mentre la norma sulla Tasi è stata modificata successivamente a quella data in Commissione bilancio alla Camera dei deputati. Il testo finale dice, testualmente, che «il Comune stabilisce il numero e le scadenze di pagamento del tributo, consentendo di norma almeno due rate a scadenza semestrale (...). È comunque consentito il pagamento in un’unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno». L’appuntamento di gennaio, insomma, non dovrebbe esserci. Ma il condizionale è ancora d’obbligo. Quello che è certo, almeno per ora, è che il 24 i proprietari dovranno passare alla cassa e pagare la mini-Imu, la quota della tassa sulla prima casa del 2013 sopravvisuta (per mancanza di fondi) alla cancellazione decisa dal governo. Anche in questo caso non sarà semplice calcolare la quota da versare. Innanzitutto a pagare saranno solo i cittadini di quei Comuni che hanno fissto aliquote superiori al 4 per mille. E sono tanti, circa 2.500 in tutta Italia. Come si effettua il calcolo? Bisognerà applicare l’aliquota comunale al valore catastale rivalutato, sottrarre le detrazioni (200 euro fisse e poi 50 euro per ogni figlio) e alla cifra che se ne ricava sottrarre il prodotto della stessa operazione effettuato ad aliquota base e sempre al netto delle detrazioni. Della cifra che verrà fuori, se maggiore di zero, il contribuente ne dovrà versare il 40%. Una specie di rebus. Considerando che, secondo le stime, il versamento sarà tra i 10 e i 70 euro, si rischia di pagare più per il commercialista che effettua il calcolo che per la tassa stessa. Sempre il 24 gennaio, poi, andrà versata la maggiorazione di 30 centesimi della Tares, la tassa sulla spazzatura, la cui scadenza è stata posticipata dalla legge di Stabilità. Un vero e proprio ingorgo fiscale.