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Data: 06/01/2014
Testata giornalistica: La Repubblica
Camusso chiede 1,5 miliardi per il lavoro. Job Act di Renzi? 'Giudizio quando vedremo'

Secondo la leader della Cgil non si può esprimere una valutazione sulle proposte del segretario del Pd, finché non ci saranno indicazioni concrete e precise. Bene la riforma degli ammortizzatori sociali, bisogna intervenire creando occupazione con progetti speciali per la Terra dei Fuochi o Expo 2015

MILANO - Susanna Camusso, la leader della Cgil, chiede risorse per rilanciare l'occupazione. Fa anche un numero preciso: "Quantifichiamo in un miliardo e mezzo la cifra necessaria per cominciare a creare qualche centinaio di migliaia di posti di lavoro che abbiano però una finalità ed un progetto preciso", dice la sindacalista intervenendo a In Mezz'ora su Raitre. "La nostra idea è che il Paese deve cominciare a investire su se stesso". Tra le opportunità "concrete", un "piano di emergenza" per la Terra dei Fuochi e progetti legati all'opportunità Expo 2015.

Per Camusso "bisogna uscire da questa paura che se si crea direttamente lavoro ci sarebbe un pubblico che invade l'economia". Il segretario generale della Cgil lo sottolinea più volte: "L'obiezione che viene sempre fatta è che si crea lavoro è un costo e non ce lo possiamo permettere. Bisogna invece cominciare a ragionare sul fatto che è un investimento che determinerà delle risorse, perchè un grande costo per il Paese è la disoccupazione e non creare lavoro quindi reddito, consumi e la possibilità di pagamento delle tasse". In Italia, il tasso di disoccupazione è ormai da tempo a livelli allarmanti al 12,5%.

Sull'emergenza Terra dei Fuochi, dice Camusso, serve un "piano di emergenza", che vuol dire anche "lavoro concreto, tempi, tecnologia per farlo": per la leader della Cgil "investire sul territorio ed un fattore ambientale è una ricchezza per il Paese". Più in generale, nel dibattito su nuovi possibili interventi di riforma del mercato del lavoro, Susanna Camusso avverte che "si moltiplicano le forme contrattuali ma non si diminuisce la precarietà"; oggi invece "serve una scelta che inverta la tendenza, dopo aver prodotto troppa precarietà dobbiamo muoverci facendo in modo che i rapporti di lavoro divengano progressivamente stabili". Bisogna superare un sistema contrattuale improntato ad una "pluralità delle forme, e con tante forme precarie che vengono preferite perchè costano molto meno".

In questo solco dovrebbe allora andar bene il piano proposto da Matteo Renzi, il suo cosiddetto Job Act, che prevede proprio uno sfoltimento dei contratti e meccanismi di passaggio semplificati tra una prima fase di lavoro "in prova" e il tempo indeterminato. Da Camusso però non arrivano né aperture né chiusure dalla Cgil: "Per ora il Job Act non c'è, e bisognerebbe vederlo prima di poter dire se si è a favore o contrari", dice la leader della Cgil. "Finchè non ci sono proposte difficile aprire o chiudere", aggiunge.

Bene invece le soluzioni che vanno nella direzione di una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali per introdurre uno strumento universale che permetta di superare il dualismo tra garantiti e precari: "Finalmente. L'universalità degli ammortizzatori è un nostro slogan da tempo infinito. Credo che sia la ragion d'essere dello stesso termine ammortizzatori sociali: devono avere la caratteristica di essere universali". Servirebbero 30 miliardi, come ha indicato l'ex ministro Elsa Fornero? "E' una cifra che non ha particolare ragione, se pensiamo all'investimento sulla Cig in deroga che abbiamo fatto in questi ultimi anni siamo intorno ai 3 miliardi".

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