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Pescara, 25/11/2024
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Data: 07/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
«Se l’autostrada perde utenti è solo perché è troppo cara» di Gianni Melilla (*)

Gentile Direttore, l'intervento dell'amministratore delegato della Strada dei Parchi spa, Cesare Ramadori, pubblicato ieri dal suo giornale, mi ha colpito per vari motivi. Innanzitutto per la ineleganza con cui ha detto che la nostra autostrada è stata fatta per consentire ai romani di venire al mare e a sciare in Abruzzo. Non è così: le autostrade Pescara-Avezzano-Roma, e L'Aquila-Teramo-Roma nascono dalla intuizione positiva di legare lo sviluppo socio-economico alla realizzazione di importanti infrastrutture come le autostrade. E' il periodo in cui in tutta Italia si realizzano importanti autostrade. L'Abruzzo con personalità politiche di rilievo nazionale seppe imporre le sue scelte sul terreno autostradale, mentre su quello ferroviario non ebbe altrettanta lungimiranza e il nostro sistema ferroviario è fermo a quello costruito alla fine dell'Ottocento

Ma l'idea che la nostra sia una autostrada romana e non laziale-abruzzese è ulteriormente affermata da Ramadori quando parla dei complanari pagati dai cittadini e dagli enti locali romani. Anche questa affermazione non è vera perché è lo Stato che contribuisce con una quota fondamentale, senza la quale l'opera non si sarebbe potuta fare. E poi i complanari hanno una utilità a smaltire il traffico dell'area metropolitana in arrivo da est verso la Capitale. Per gli abruzzesi quel traffico è solo una pena infernale, visto che da Pescara al casello di Roma ci si mette quasi di meno che dal casello all'ingresso nella Città di Roma. Purtroppo l'autostrada nel tratto terminale è una strada a scorrimento veloce di Roma, con una penalizzazione intollerabile per chi non è dell'area romana. Ma ancora più grave è il ragionamento sull'aumento dei pedaggi, quasi che la Strada dei Parchi spa stesse facendo beneficenza. Nessuno solleva obiezioni sul fatto che un'Azienda privata debba realizzare profitti, ma un legittimo dubbio su un aumento che è superiore di 5 volte all'inflazione, è doveroso, soprattutto in un momento di gravissima sofferenza economica del Paese. Per gli utenti delle autostrade abruzzesi, dai pendolari, all'autotrasporto e alle imprese economiche, la mazzata non è indifferente. Un minimo di rispetto, caro Amministratore Delegato Ramadori, dovrebbe averlo nei confronti di chi consente il buon andamento economico della Sua Azienda. Se l'utilizzo dell'autostrada dei parchi è diminuito del 20% forse questa è la ragione principale: costa troppo. Da Pescara per Roma in treno si paga 12 euro e in autobus da 9 a 15 euro, una cifra notevolmente inferiore al pedaggio senza tener conto del costo della benzina e dell'usura del mezzo. Altre autostrade italiane hanno avuto aumenti molto più contenuti: Brennero 1,63%, Ativa (Torino Ivrea Val d'Aosta) 0,82%, e la media dell'aumento di tutte le autostrade italiane è meno della metà della nostra. E' evidente che il Governo deve rivedere il sistema degli aumenti dei pedaggi dei concessionari anche in considerazione di una domanda che scende e che per essere invece incentivata ha bisogno di una promozione pubblica e privata. Le parole del Ministro Lupi di questi giorni vanno in questa direzione. Il Parlamento dovrà affrontare con urgenza il problema del futuro del nostro sistema autostradale. Non conviene a nessuno e tantomeno allo Stato sottoutilizzare un patrimonio infrastrutturale costato alla fiscalità generale, cioè ai cittadini, una cifra enorme. Naturalmente queste decisioni dovranno essere equilibrate e rispettose di tutti gli interessi e avere una visione di insieme sul sistema dei trasporti che nel nostro Pese ha penalizzato in modo evidente la ferrovia e il mare.

(*) Gianni Melilla deputato Sel - Commissione Bilancio Camera

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