«Le reali motivazioni per le quali la Banca Tercas si sarebbe improvvisamente defilata nel concorrere al sostanzioso finanziamento sino ad allora operato, anche sotto forma di sponsorizzazione nei confronti della Teramo basket srl sono da ricondurre prevalentemente nell'investimento speculativo compiuto nel 2011 dall'istituto di credito, e avallato dall'allora direttore generale Antonio Di Matteo, a favore dell'imprenditore molisano Raffaele Di Mario proprietario della Dima Costruzioni cui ha fatto seguito il crac dell'azienda con la bancarotta di oltre 500 milioni di euro». Nell'inchiesta ancora in corso sulla gestione allegra della Teramo Basket spunta il nome dell'ex dg della Tercas (non indagato in questa vicenda, ndr). Secondo gli inquirenti quel prestito a Di Mario da 23milioni di euro sarebbe stata la causa dell'improvviso defilamento della Banca come principale sponsor prima del commissariamento della cassa di risparmio. Una storia infelice, quella della Teramo Basket, che dalle curve festose del palazzetto dello sport è piombata sulla scrivania di una Procura.
Quattordici sono le persone coinvolte, tra cui gli ex vertici societari, molti sponsor ed un ex esponente della Tercas il quale, sempre secondo quanto ipotizzano in questa fase gli inquirenti, avrebbe costretto i soci fideiussori della Teramo Basket a fornire garanzie reali ipotecarie su beni immobili di loro proprietà per pregressi crediti della società sportiva dovuti alla banca pari a 4.260.000 euro, attraverso la predisposizione ad hoc di simulati contratti di mutuo. Tutto questo con l'intimidazione di rivolgersi all'autorità giudiziaria competente. La chiusura delle indagini potrebbe essere firmata presto e non è detto che le varie posizioni non possano cambiare o addirittura essere stralciate. I reati contestati vanno, a vario titolo, dall'estorsione alla truffa, ma si parla anche di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e reati fiscali.
A svolgere le indagini sono stati gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Teramo. Voluminoso è il fascicolo rimesso in Procura dopo quasi due anni. Ma di tempo per tentare di ricostruire la situazione contabile della società sportiva ce n'è voluto, anche perché molta documentazione è stata «occultata o distrutta» e «non già al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto alla società ritraibili... ma per consentire a terzi soggetti economici l'evasione attraverso l'utilizzazione di false fatture ivi rilasciate concernenti prestazioni pubblicitarie mai rese agli sponsor o praticate solo in parte». Un espediente che ha avuto lo scopo di coprire i bilanci risultati truccati. Lo sostengono gli investigatori secondo i quali la dirigenza avrebbe usato un escamotage per il «riallineamento contabile della pesante e critica situazione debitoria contratta dalla società sportiva soprattutto con le banche e gli istituti di credito nonché con l'erario, a causa delle imposte dovute»: la cessione del ramo d'azienda, il 30 giugno 2011, della Teramo Basket, a favore della TB Service srl. In questo modo la Teramo Basket è stata ripulita dai soci dei debiti per un importo complessivo di 5.668.053 euro.