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Data: 07/01/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni flessibili e nuova Cig, il governo riapre il cantiere

ROMA Si parlerà di riforma degli ammortizzatori sociali e di centri per l’impiego, ma anche di pensioni e di semplificazione normativa per le assunzioni. Riapre il cantiere del governo sul mondo lavoro con la speranza che la ripresa finalmente in arrivo (almeno queste sono le previsioni e gli auspici) possa rendere le cose un tantino più agevoli. Il primo appuntamento con le parti sociali è fissato per giovedì pomeriggio, 9 gennaio, al ministero del Welfare.
A sindacati e associazioni delle imprese, il ministro Enrico Giovannini spiegherà in quale modo il governo tenterà di cavalcare l’uscita dalla crisi, come pensa di «accrescere le opportunità di lavoro di chi è disoccupato o inattivo» così come ha affermato qualche giorno fa dalle colonne del Messaggero. La discussione partirà dalla riforma degli ammortizzatori sociali.
L’idea di base è quella di cambiare la prospettiva: non più solo sostegno al reddito, ma anche riqualificazione ai fini della ricerca di un nuovo lavoro. Per questo motivo si punta molto anche sulle politiche attive, con il potenziamento dei centri per l’impiego pubblici ma anche con il supporto delle agenzie private. A questo fine si conta molto sulle risorse che arriveranno dall’Ue per la cosiddetta ”Garanzia giovani“, 1,5 miliardi nel biennio 2014-15. Già a partire da febbraio i giovani sotto i 24 anni che si iscrivono ai centri per l’impiego, pubblici o privati convenzionati, entro 4 mesi, riceveranno un'offerta di impiego, uno stage, un apprendistato, un corso formativo o un'esperienza di servizio civile.
LE NUOVE TUTELE

Il decreto è pronto ed è stato già illustrato alla Conferenza Stato Regioni. Ora il ministro Giovannini spiegherà i nuovi criteri della cig in deroga anche alle parti sociali. Si riduce la durata del sussidio e anche la platea. A fronte di una prestazione erogata attualmente anche per 12 mesi prorogabili in alcune situazioni di altri 12, i nuovi criteri stabiliscono che dal 2014 la durata massima sarà complessivamente di 12 mesi in un ”biennio mobile” (cioè non solare). In particolare il limite massimo sarà di 8 mesi per il 2014 e di 6 mesi per il 2015 e per il 2016. Potranno usufruire della cig in deroga solo i lavoratori con una anzianità lavorativa presso l’impresa di almeno 12 mesi (oggi sono sufficienti 90 giorni). Sono esclusi gli apprendisti. Lo strumento non potrà essere utilizzato da aziende in fallimento, onlus e studi professionali. In base a quanto previsto dalla legge Fornero le imprese dei settori che non hanno la cassa ordinaria e straordinaria devono costituire i fondi di solidarietà bilaterali (con versamenti di contributi a carico per 2/3 delle aziende e 1/3 dei lavoratori). Saranno tali fondi, a regime entro il 2017, a dover garantire i sussidi e non più la fiscalità generale. Chi non li ha costituiti deve versare lo 0,5% della retribuzione per il fondo residuale all’Inps. Sul tavolo del confronto ci sarà anche l’estensione degli ammortizzatori sociali ai parasubordinati.
CAPITOLO PREVIDENZA

Il tema pensioni non è all’ordine del giorno, ma il ministro ha promesso di iniziare a parlarne da gennaio e i sindacati sperano che nella riunione del 9 si possa fare un primo giro di tavolo. Non si pensa, comunque, di smantellare la riforma Fornero ma di trovare dei meccanismi, non troppo onerosi per le casse pubbliche, per consentire a chi lo desidera di andare in pensione prima dei requisiti attuali. Tra le ipotesi c’è quella del cosiddetto ”prestito pensionistico“: chi vuole, può lasciare il lavoro due anni prima del raggiungimento dei requisiti chiedendo un prestito all’Inps che erogherà un assegno mensile pari a circa l’80% dello stipendio; nel momento in cui si va in pensione l’Inps si riprende i soldi con una decurtazione a rate sull’assegno previdenziale fino a copertura del prestito. Un’idea da prendere in considerazione, dice Cesare Damiano (Pd): «Il ministro Giovannini sta riproponendo il tema della flessibilità del sistema pensionistico. Era ora. Chiediamo al governo un tempestivo confronto con il Parlamento».

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