L’AQUILA Dura nota di Lelio De Santis, assessore del Comune dell’Aquila in quota Idv: «Sul pesante rincaro delle tariffe autostradali si affievoliscono le poche voci di protesta e il governo regionale tace, in un quadro complessivo di indifferenza. E’ evidente che il ruolo del soggetto gestore dell’Autostrada dei Parchi sia condizionante delle scelte del governo e della politica regionale, muta perché non può o non vuole prendere posizione. Gli elementi alla base dell’aumento anomalo non sono sufficienti a giustificare rincari assurdi che porteranno risorse nelle casse della società concessionaria, senza miglioramenti del servizio o benefici sul territorio abruzzese». Poi De Santis rincara la dose: «Ormai la lobby delle autostrade decide, il governo esegue e cittadini, pendolari e lavoratori pagano in una situazione obbligata per gli abruzzesi, in quanto non esistono alternative all’utilizzo dell’autostrada, mancando strade statali praticabili tutto l’anno e una linea ferroviaria moderna da Pescara verso Roma, oltre al collegamento ferroviario stesso L’Aquila-Roma. Il gestore dell’Autostrada dei Parchi, pertanto, viene a trovarsi in una posizione predominante e ad incassare aumenti tariffari fuori da ogni logica di mercato».
Per Gianni Melilla, deputato di Sel, «nessuno obietta che un'azienda privata debba realizzare profitti, ma un legittimo dubbio su un aumento che è superiore di cinque volte all'inflazione, è doveroso. Per gli utenti delle autostrade abruzzesi, i pendolari, l'autotrasporto e le imprese la mazzata non è indifferente. Il Governo deve rivedere il sistema degli aumenti dei pedaggi dei concessionari».