ABRUZZO. «Un provvedimento che può costituire occasione di sviluppo, razionalizzazione e incentivazione all’utilizzo del mezzo pubblico».
La Filt Cgil Abruzzo approva la proposta del biglietto unico per il trasporto locale che delle tante riforme annunciate nel corso di questa legislatura (che ormai volge al termine) concernenti il settore del trasporto sembrava sicuramente la meno attesa e la meno probabile. Tuttavia la volontà del legislatore di introdurre un nuovo sistema di integrazione tariffaria mediante titoli di viaggio che l’utenza potrà utilizzare indistintamente nell’intero territorio regionale sui diversi vettori pubblici e privati che operano sia su gomma che su ferro, viene vista dal sindacato come «un’idea vincente oltre che condivisibile» per due motivi.
«Intanto con l’adozione dell’integrazione tariffaria», spiega il sindacato, «l’Abruzzo seppur in ritardo di oltre 15 anni, andrà ad uniformarsi ad altre regioni pioniere (Emilia Romagna, Lombardia, ecc) che già da tempo hanno potuto constatare l’elevato grado di soddisfazione dei viaggiatori/utenti nel poter utilizzare un solo titolo di viaggio per i servizi di trasporto pubblico offerti dalle aziende operanti nel territorio regionale. Vantaggi che per i cittadini sono sia di ordine pratico ma anche di natura economica e che nel contempo, possono rappresentare anche per la stessa Regione Abruzzo una misura di sviluppo, razionalizzazione e incentivazione all’utilizzo del mezzo pubblico».
L’altro motivo per cui la Filt Cgil Abruzzo ha sempre sollecitato le Istituzioni ad adottare l’integrazione tariffaria in ambito regionale, è riconducibile ad «una inaccettabile disparità di trattamento che perdura ormai dal 1° settembre 2004 (delibera Giunta Regionale n. 478 del 4 giugno 2004) e che consente alla sola utenza dell’area metropolitana Chieti-Pescara di poter disporre delle indubbie agevolazioni tariffarie introdotte con il biglietto Unico, limitatamente a 4 aziende (Arpa, Gtm, La Panoramica e Satam) rispetto alle oltre 50 operative in ambito regionale. Un fatto che ha peraltro accentuato nel corso di questi anni, quell’insopportabile squilibrio con le zone interne della regione notoriamente già svantaggiate in termini di qualità e quantità dei servizi di trasporto locale erogati».
«SULLE ALTRE RIFORME E’ MANCATO IL CORAGGIO»
Per il sindacato, inoltre, a pochi mesi dalla fine della legislatura, «sono davvero in pochi ormai a credere che il Consiglio Regionale troverà il coraggio per rendere operativo quel fondo unico regionale dei trasporti che consentirebbe ad esempio di risollevare le sorti dell’Arpa attraverso una più equa ed attenta distribuzione tra le imprese del settore delle risorse destinate al TPL e al tempo stesso favorirebbe la ripresa di quel processo di unificazione delle aziende pubbliche arenatosi insieme al bacino unico regionale».