PESCARA L'ex assessore regionale alla cultura, Luigi De Fanis, chiede di tornare in libertà. Una istanza in tal senso è stata depositata ieri da uno dei suoi legali, l'avvocato Domenico Frattura, ed ora l'esponente politico della giunta Chiodi, finito in manette per presunte tangenti chieste agli imprenditori per la promozione di eventi culturali, resta in attesa della decisione del gip. Essenzialmente sono tre i punti sui quali i suoi legali hanno focalizzato la richiesta di scarcerazione. Il primo è relativo al possibile inquinamento delle prove, argomento che viene messo in relazione all'apertura di un fascicolo per fuga di notizie. Sarebbe stata la sua ex segretaria, Lucia Zingariello, nel corso del suo interrogatorio, a dichiarare al pm Giuseppe Bellelli che già dal giugno scorso circolavano voci sul suo arresto e che sarebbe stato lo stesso governatore Chiodi a parlarne con De Fanis. E dunque se da allora l'assessore non ha mai messo in atto nessun tipo di inquinamento delle prove perché dovrebbe farlo oggi? Si chiede inoltre una sorta di parità di trattamento rispetto agli altri coindagati destinatari di analoghe misure cautelari che già da qualche tempo sono stati rimessi in libertà, anche se con obbligo di dimora come ad esempio la Zingariello. Terzo punto è quello legato alla sua attività lavorativa. Sospeso dalla carica di assessore e costretto agli arresti domiciliari, dal 12 novembre scorso De Fanis non ha più potuto lavorare e chiede di poter tornare alla sua professione di medico ortopedico e ai suoi due ambulatori.
L'inchiesta sulle presunte tangenti per le attività culturali promosse dalla Regione ha fatto il giro d'Italia non solo per quanto riguarda la questione strettamente penale, ma anche per i risvolti da gossip che ha avuto. Ci riferiamo a quella sorta di contratto d'amore, di cui ha parlato la stessa Zingariello al magistrato, tra l'esponente politico e la sua segretaria. Un contratto che, a fronte di un compenso di 36 mila euro annui, imponeva alla Zingariello di avere almeno quattro rapporti sessuali con l'assessore. Contratto smentito dallo stesso De Fanis che nel corso del suo interrogatorio non ha voluto parlare di questa vicenda per la mancanza di rilevanza penale, così come non l'ha tirata fuori il magistrato cui non interessa minimamente. Quello che interessa la procura sono invece i fatti riscontrati alle dichiarazioni dell'imprenditore Andrea Mascitti, il musicista che con la sua denuncia ha dato il via all'inchiesta. Interessano le richieste di denaro avanzate da De Fanis al Mascitti. Tutte questioni che comunque l'esponente politico ha negato in interrogatorio, sottolineando la corretta amministrazione dell'assessorato che guidava e la sua attenzione nel gestire gli esigui fondi di cui disponeva.