PESCARA Gli altri partiti li temono, ne studiano le mosse e c'è chi cerca di scavalcarli sul terreno dell'anti politica. In realtà la vera incognita delle prossime regionali sono proprio loro, i cittadini a cinque stelle. Alle ultime politiche il boom anche in Abruzzo, con il 26% dei consensi: primi alle urne e cinque parlamentari piazzati tra i banchi della Camera e Palazzo Madama. Un botto che la pattuglia di Beppe Grillo spera di replicare alle regionali di primavera, anche se per il M5S si tratta di un esordio assoluto in questa competizione elettorale, dove i voti bisognerà andare a cercarseli uno per uno sul territorio.
In Sardegna, l'altra regione chiamata al voto assieme all'Abruzzo (ma per gli isolani le urne si apriranno il 16 febbraio e non a fine maggio come da noi) il movimento non ha fatto che litigare sulle candidature. A tal punto che alla fine si è deciso di rinunciare alla competizione elettorale.
Gianluca Vacca, 40 anni, professore di Lettere e filosofia, deputato pescarese del M5S, esclude che in Abruzzo possa ripetersi un caso analogo.
In Sardegna non siete riusciti a trovare una condivisione sulla lista. E in Abruzzo? Qualche problema c'è stato anche qui.
«In Abruzzo non c'è nessun caso. Le nostre liste per le regionali sono pronte e siamo in attesa della certificazione. Al più presto, probabilmente entro i primi di febbraio, ci sarà anche la presentazione delle candidature on line per la scelta del candidato presidente».
Ci sono già dei nomi su cui state lavorando?
«Il criterio sarà come sempre quello di affidarci alle varie proposte che arriveranno dalle circoscrizioni provinciali. Poi sarà la rete a valutarle».
Si era fatto il nome dell'ex procuratore capo di Pescara, Nicola Trifuoggi.
«Non ci sono candidati di facciata nel nostro movimento. Quelli che troverete nelle liste sono giovani, uomini e donne che militano già nel M5S, impegnati da tempo in attività sul territorio. Ci sarà anche una larga rappresentanza delle quote rosa».
Per Grillo il test dell'Abruzzo sarà molto importante. Vi aspettate una sua presenza costante durante la campagna elettorale?
«Grillo verrà sicuramente in Abruzzo. Il fatto è che non si sa ancora quando si voterà, checché ne dica Chiodi, perché noi faremo ricorso alla Corte d'Appello contro la data del 25 maggio».
Su quali presupposti?
«Intanto sul presunto risparmio di otto milioni di euro che si realizzerebbe con l'election day. E' una somma che non tiene conto delle indennità che percepiranno in più i consiglieri prolungando di sei mesi l’attuale legislatura. Inoltre l'attività del Consiglio regionale sarà paralizzata, perché non potrà legiferare. Ogni atto potrà essere impugnato. Quanto ai risparmi, se li avessero voluti davvero, sarebbe bastato tagliare il costo dei gruppi consiliari che ammonta a un milione di euro».
Quindi il vostro auspicio è che si voti in marzo?
«Sì, ed è per questo che vogliamo essere pronti per questa data. Faremo molte iniziative di cui daremo conto a breve».
Le regionali rappresentano comunque una vera novità per il M5S. Non temete un po' questo salto nel buio?
«Affatto. Anzi, abbiamo un buon presentimento».
Che giudizio date della legislatura guidata dall’amministrazione Chiodi?
«Pessimo. Una giunta ragionieristica che ha avuto anche momenti di bassissima moralità, basti pensare al caso De Fanis. Ha portato l'Abruzzo sul baratro, una regione devastata sotto tutti gli aspetti: economico, sociale, ambientale. Non c'è un progetto a lungo termine. Nessuno riesce ad immaginare l'Abruzzo dei prossimi trent'anni. Un governo attento solo alle lobby e agli amici imprenditori».
Qualche esempio delle battaglie che vi vedranno in prima linea in campagna elettorale?
«Il polo di Bussi. Potrebbe essere un gioiello della regione e invece da anni si aspetta la sua bonifica, nonostante siano stati stanziati i soldi. Anche su questo, dalla politica e dal governo Chiodi non è arrivata nessuna risposta. Per non parlare di acqua, ciclo dei rifiuti, scelte urbanistiche».