Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/11/2024
Visitatore n. 740.949



Data: 08/01/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia, il governo preme su Etihad per definire la partnership. Per il nuovo consiglio spunta la conferma di Colaninno al vertice

ROMA Etihad potrebbe uscire dall’hangar in tempi ancora più brevi e avviare la messa in moto verso Alitalia. Gli emissari del governo avrebbero impresso un’accelerazione nei contatti con Abu Dhabi che, nei prossimi giorni, potrebbe rendere ancora più concrete le sue intenzioni. Sembra che il giorno cruciale possa essere lunedì 13, in contemporanea con l’assemblea di Alitalia chiamata a nominare il nuovo consiglio, destinato però, a durare pochi mesi.
LE LISTE IN CAMPO
Partner strategico e nuova governance sarebbero stati gli argomenti clou della riunione tenutasi ieri verso le 18 presso la sede di Poste, alla presenza del padrone di casa (Massimo Sarmi), Gaetano Miccichè (Intesa), Vittorio Ogliengo (Unicredit), Roberto Colaninno, di un rappresentante di Atlantia, più i legali (Andrea Zoppini e Franco Gianni per Poste, Antonio Segni per le banche, Sergio Erede per Alitalia). E’ durata un paio d’ore ed è servita per fare il punto sulla composizione delle liste che dovranno essere depositate (a mano) entro le 18 di oggi o trasmesse via fax o posta elettronica entro le 24. Nella riunione Sarmi avrebbe fatto un cenno sullo stato delle trattative molto riservate condotte dal governo con Etihad: l’obiettivo è arrivare a un memorandum of understanding al più presto. Per quanto riguarda la composizione del consiglio, la riunione sarebbe stata aggiornata a oggi quando i vari soggetti avranno sciolto gli ultimi nodi e si saranno definiti gli equilibri alla luce della conversione del bond. Il cda, quasi sicuramente, sarà di 11 membri, molto più snello di quello attuale (19). Per la presidenza, indisponibile Domenico Cempella, il candidato potrebbe essere scelto tra i soci: in considerazione del fatto che questo board verrà rivisto a breve con l’arrivo di Etihad, è possibile una conferma di Colaninno, affiancato da un vicepresidente espresso da Poste che ha il 18%: potrebbe essere lo stesso Sarmi, munito di alcune deleghe.
Al timone dovrebbe restare Gabriele Del Torchio gradito, sembra, anche agli arabi per la realizzazione del piano industriale che però sarà di sicuro integrato.
Le liste dovrebbero essere quattro: una di Poste-Unicredit, l’altra di Intesa-Colaninno e qualche altro socio come Percassi, una terza di Atlantia. E’ possibile che Air France depositi una sua lista avendo diritto forse a un posto. Riguardo i nomi, nella tarda serata di ieri ci sarebbe stata la decisione di Unicredit che ha l’11%: l’intenzione era indicare Ogliengo, responsabile del corporate Italia che sta seguendo il dossier. Per non incorrere in possibili conflitti di interessi, l’istituto opterà invece per un esterno. D’altro canto, Del Torchio ha chiesto 250 milioni di nuova finanza (50 in più del previsto) di cui 125 in tempi brevi. Il nuovo cda dovrà occuparsi del finanziamento e di svolgere una due diligence per chiudere con il nuovo partner. «Noi non siamo coinvolti nella negoziazione con Etihad: so che ci sono degli incontri, ma non ho ragguagli precisi su come vanno le cose», ha detto ieri mattina Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, cercando di attenuare il ruolo che la banca, creditrice e azionista, sta svolgendo nel salvataggio. Unicredit non partecipa al tavolo del negoziato con gli arabi, ma è in prima fila nel risanamento finanziario.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it