Anche il Sole 24 Ore ha riconosciuto la tempestività del seminario organizzato da Federmobilità che avrà luogo il 20 gennaio a Roma e che si impernierà sul tema della “Azienda unica regionale, la soluzione del trasporto pubblico locale”.
Tra discussioni su Imu,Tasi, Tares, Trise, Iuc e chi più ne ha più ne metta, il Governo sembra aver dimenticato la discussione su una sigla molto più semplice ma parimenti importante (perlomeno per la vita dei cittadini): il TPL, vale a dire il trasporto pubblico locale, della cui riforma si discute da più di vent’anni (un tempo che sembra diventato uno “standard” per la politica italiana), ma che mai ha visto la realizzazione di progetti compiuti.
L’articolo del Sole 24 Ore ricorda alcune delle cifre e delle questioni che stanno alla base della discussione sull’argomento e sul nuovo orientamento che sembra maturare a livello nazionale e regionale: la costituzione, cioè, di aziende uniche di trasporto integrate su basi territoriali, in grado di determinare economie di scala e (si spera) una maggiore efficienza del settore.
Chi effettua voli pindarici si spinge addirittura a paragonare la situazione oltre confine e a verificare l’anomalia di quel dato che indica che la produzione chilometrica aggregata dei primi cinque operatori in Italia è pari complessivamente solo al 39 per cento, e in questa classifica non si considera la parte del leone giocata dalle grandi aziende di due regioni come la Lombardia e il Lazio.
Negli altri paesi, questa percentuale raggiunge perlomeno il doppio e fa capo ad uno, al massimo due operatori, che sono in grado anche di essere competitivi per un’espansione sui mercati esteri (come puntualmente avviene).
L’Italia ha il record (non proprio esaltante) di 1.250 aziende operanti nel settore del trasporto pubblico locale, tutte non solo “nane” ma caratterizzate, se non da veri e propri casi di conclamata inefficienza, da bilanci pesantemente in rosso o ripianati attraverso robuste iniezioni di fondi pubblici. E’ ovvio che il settore non potrà mai reggersi soltanto su una prospettiva d mercato, ma di qui a far diventare la dimensione “pubblica” il regno di una spesa senza controllo ce ne corre, e pure parecchio.
Probabilmente, il seminario organizzato da Federmobilità servirà a chiarire che l’azienda unica regionale non è una soluzione se non è accompagnata da un percorso di trasparenza su costi, esigenze pubbliche di mobilità, definizione chiara dei bacini di traffico e tanti altri elementi che ben conoscono gli esperti del settore (ma anche i cittadini nella loro esperienza quotidiana).
Sommando le aziende si risparmia indubbiamente sui consigli d’amministrazione (che è sempre una buona cosa), ma non si risolvono i problemi strutturali di un settore che è vissuto per troppi anni in abbandono (o, anzi, ha subito delle cure del tutto inefficaci quando non addirittura dannose, soprattutto dopo il trasferimento di tutte le competenze alle Regioni).
FerPress è una tribuna sempre aperta ad ospitare contributi su temi centrali relativi al trasporto e alla logistica e, quindi, anche e soprattutto al trasporto pubblico locale.
L’appuntamento di Federmobilità può essere l’occasione per sollecitare contributi al dibattito anche di chi non parteciperà o non potrà partecipare all’evento: chi vuole può farsi avanti, la nostra porta è sempre aperta. Aspettiamo fiduciosi.