L’AQUILA In un primo momento di dimissioni non voleva sentir parlare. Davanti alle prime telecamere accorse nella sede del Comune aveva dichiarato di non avere motivo per scegliere diversamente. Poco dopo mezzogiorno, di fuoco come le ore della giornata iniziata all'alba con le perquisizioni in casa, Roberto Riga è tornato sui suoi passi. «Per il bene prima di tutto della mia famiglia e della città faccio un passo indietro» ha detto l'ormai ex vice sindaco al quale il primo cittadino nelle scorse settimane aveva già ritirato la delega alla Protezione civile. Le dichiarazioni, in queste casi, sono quelle di rito: «Ho fiducia nella magistratura e nella giustizia, aspetto di leggere bene le carte e di dare le spiegazioni per fatti che mi vedono coinvolto ma che in molti casi neanche conosco. Sono comunque sereno: sono stato raggiunto da un avviso di garanzia non da un rinvio a giudizio» ha aggiunto Riga per il quale, al momento, non è stato trovato ancora un sostituto in Giunta. Davanti ai taccuini e tablet dei giornalisti, molti dei quali giunti anche da fuori città, Cialente e Riga sono circondati anche dagli altri componenti dell'Esecutivo, ma almeno pubblicamente c'è poca voglia di parlare. Rimpasto? Possibile che arrivi qualcuno a chiederlo. In una nota Prc, che in Giunta può contare sull'assessore Fabio Pelini (Assistenza alla Popolazione, una delega di quelle spinose e delicate, ma centrale in questa fase storica della città), aveva chiesto il ritiro degli incarichi a Riga e Di Gregorio quale condicio sine qua non per continuare a sostenere la maggioranza. Prc contenta? Guardando il volto di Pelini in conferenza stampa non sembrava: il disagio suo (come di altri) ed è presumibile del partito che da sempre ha fatto della «questione morale» una bandiera era evidente. E con un nuovo ingresso in Giunta al posto di Riga non è escluso che vengano rimesse in discussione alcune deleghe, per cercare di tenere compatta la maggioranza ed accontentare qualcuno che dopo l'ultimo rimescolamento delle carte è rimasto con l'amaro in bocca. E se la bufera giudiziaria è solo all'inizio è un lungo inverno quello che si prospetta davanti a Cialente ed ai suoi alleati. Ci sono equilibri da ristabilire e un centrosinistra da recuperare perché le regionali sono dietro l'angolo e il dibattito sulle candidature è ancora tutto da affrontare.