L’AQUILA Sul suo profilo Linkedin risulta come direttore Urp presso la Asl dell’Aquila. Il suo pedigree politico è di lungo corso. Pierluigi Tancredi, ex assessore comunale, ex consigliere comunale, ex dirigente socialista negli anni Novanta, di partiti ne ha «visitati» diversi, ottenendo sempre incarichi importanti. L’ultimo approdo in ordine di tempo è quello al Pdl, con il quale era stato eletto in Consiglio comunale. Personaggio sempre al centro dell’attenzione politica, con un seguito elettorale importante, nonostante i vari «rumors» che nel corso degli anni lo hanno riguardato. Mai, però, è stato condannato dalla giustizia penale. Nel 2011 Pierluigi Tancredi è stato assolto dal tribunale del'Aquila per la storia della vendita del capannone della Asm, che risale al periodo nel quale era presidente della municipalizzata che si occupa del servizio di gestione dei rifiuti. A condannarlo, però, ci aveva pensato la Corte dei conti dell’Abruzzo, che nel 2011 aveva emesso una sentenza a suo carico, che lo obbligava al pagamento di 13200 euro per un danno erariale arrecato all’Asm. Tancredi era finito a giudizio di responsabilità contabile in qualità di presidente dell’Asm, per gli importi erogati per la collaborazione a progetto di due consulenti, incaricari della realizzazione di un piano per l’analisi dei sistemi di raccolta differenziata per il territorio comunale. Nel 2008, invece, sempre dalla Corte dei conti, era stato condannato per un danno erariale arrecato al Comune dell’Aquila in relazione a un incarico affidato a Daniela Sibilla, arrestata ieri nell’ambito dell’operazione «Do ut des» della Squadra Mobile. In quel caso era stato condannato a risarcire settemila euro, anche se la Procura aveva quantificato il danno in 43mila euro, praticamente i compensi pecepiti dalla sibilla alla quale era stato affidato l’incarico di cerimoniere del Comune, quando l’ente già aveva al suo interno quella figura professionale. Sempre nel 2008 la Corte dei conti lo aveva condannato a risarcire centomila euro al Comune dell’Aquila per le spese sostenute quando si occupava dell’organizzazione della Perdonanza. In quell’occasione una condanna ben più sostanziosa l’aveva rimediata Michele Gentile (600mila euro), sempre per fatti connessi all’utilizzo dei fondi della Perdonanza Celestiniana. E si arriva all’attualità. L’operazione «Do ut des» della Squadra Mobile dell’Aquila, diretta da Maurilio Grasso, disegna un quadro davvero inquietante sul presunto ruolo di Tancredi in tutto il «sistema» della ricostruzione. Accuse che dovranno naturalmente essere provate, una per una. Tra queste, oltre a quelle legate alle richieste di denaro in cambio di appalti, fatte transitare attraverso società create ad hoc per mascherare le dazioni, anche la consegna di quattro Map del valore di circa 50mila euro ciascuno. Il pm scrive che gli indagati, non solo Tancredi, «hanno rivelato una dedizione costante ad attività predatorie in danno della collettività, arrivando a suggerire metodi corruttivi, a costituire società ad hoc, a rappresentare realtà fittizie anche in momenti (il post sisma), in cui il dramma sociale e umano «avrebbe suggerito onestà e trasparenza». Il tutto, naturalmente, approfittando dell’emergenza, quell’emergenza in nome della quale sono «saltate» tutte le procedure, visto che non c’era tempo per fare le gare.