PESCARA Resta agli arresti domiciliari l'ex assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis. Il gip Mariacarla Sacco ha deciso così, rigettando l'istanza di revoca della misura cautelare che i legali dell'esponente politico, coinvolto in un presunto giro di tangenti legato alle attività del suo assessorato, avevano presentato martedì scorso. «Il pericolo di inquinamento probatorio è allo stato attuale e perdurante -scrive il giudice nell'ordinanza di rigetto- , essendo ancora in corso indagini preliminari anche alla luce dell'interrogatorio reso dallo stesso De Fanis». I difensori avevano fondato la richiesta di scarcerazione sostanzialmente sulla insussistenza delle esigenze cautelari, atteso «il lungo periodo trascorso ed il trattamento cautelare meno afflittivo di cui beneficiano altri tre coindagati» (De Fanis venne arrestato il 12 novembre dello scorso anno).
Argomenti che non sono stati però condivisi né dai magistrati che seguono l'inchiesta (il procuratore De Siervo e il pm Bellelli), che hanno espresso parere sfavorevole alla scarcerazione, né dal gip: «Le argomentazioni difensive -si aggiunge infatti- non inficiano in alcun modo il grave quadro indiziario e cautelare già positivamente valutato da questo giudice nell'ordinanza di custodia cautelare emessa in data 8 novembre 2013 con specifico riferimento alle esigenze cautelari».
Quanto al problema, sollevato sempre dalla difesa di De Fanis e relativo alla questione lavorativa del dimissionario assessore, e dunque alla necessità che torni al più presto a lavorare come medico, il giudice spende soltanto poche parole: «Non risulta documentato -sottolinea relativamente a questo punto il gip Sacco- che il De Fanis non possa altrimenti provvedere alle sue indispensabili esigenze di vita, ovvero versi in una situazione di assoluta indigenza».
Insomma, per il momento sembra proprio essere un capitolo chiuso quello della scarcerazione, e l'ex assessore dovrà continuare a restare agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Montazzoli.
Ci sono, dunque ,ulteriori indagini che la Procura di Pescara sta portando avanti su questo presunto giro di tangenti, soldi che De Fanis avrebbe chiesto agli imprenditori della cultura che si rivolgevano a lui per avere un contributo regionale per le varie iniziative, per le promozioni culturali e per la realizzazione di eventi. D'altronde, nell'ordinanza di custodia cautelare, il gip aveva già evidenziato alcuni passaggi a riguardo: quando De Fanis, ad esempio, parlando con la sua segretaria, Lucia Zingariello (adesso all'obbligo di dimora), aveva fatto riferimento ad altri personaggi diversi dal musicista Andrea Mascitti, vale a dire la persona che, con la sua denuncia, ha dato il via all'inchiesta ed ai suoi clamorosi sviluppi. Altri imprenditori che, secondo l'accusa, sarebbero stati costretti a seguire lo stesso iter di Mascitti e dunque a pagare tangenti.