Il più noto principio giuridico è la presunzione di innocenza; il motto di ogni buon commerciante è che il cliente ha sempre ragione. Per Trenord, società nata dall’unione di Trenitalia e Fnm, nessuno dei due sembra invece valere. Il viaggiatore, che è un cliente, non ha sempre ragione, anzi. E anche quando non ha colpe rischia di passare per colpevole.
OBBLIGO DI CONVALIDA - Prendiamo il caso dell’obbligo di convalidare il biglietto prima di salire a bordo dei convogli. Una prescrizione ragionevole. L’utente, però, dovrebbe essere messo in condizione di adempiervi. Invece non sempre è possibile. Le macchinette obliteratrici sono spesso inutilizzabili. Ciò avviene nelle piccole stazioni, come quella di Lissone-Muggiò dove l’apparecchio (due fino a qualche tempo fa, ora uno è stato rimosso) si presenta spesso con la lucina rossa lampeggiante del «fuori servizio»; ma anche in quelle pià grandi, come Monza o Milano Garibaldi, dove non basta il numero maggiore di obliteratrici perché spesso sono ko in contemporanea. Gli stessi capitreno e controllori non si stupiscono più e accettano rassegnati di convalidare manualmente i titoli di viaggio prima della partenza o direttamente a bordo. Ma qui sorgono i problemi.
MALAFEDE? - Il viaggiatore impossibilitato - per cause non sue - ad obliterare dovrebbe recarsi nella prima carrozza e cercare, appunto, il capotreno. Questa regola, nota ai pendolari abituali, non è però specificata sui biglietti e potrebbe cogliere di sorpresa il viaggiatore saltuario. Il quale, qualora presentasse al controllore il biglietto non obliterato, sarebbe chiamato a pagare una multa di 50 euro, qualora il funzionario volesse applicare alla lettera le disposizioni. Le quali vengono spiegate così dagli stessi controllori: «Se lei non timbra e si siede in una carrozza qualunque senza cercare il capotreno, qualora il controllore non passasse non consumerebbe il suo biglietto e quindi avrebbe viaggiato gratis, conservando il biglietto per un’altra occasione» . Ma se la colpa è della cattiva manutenzione delle macchinette, il viaggiatore che c’entra? «Non abbiamo modo di verificarlo. Se lei va in prima carrozza dimostra invece la sua buona fede». Ergo, il cliente che non cerca di porre riparo all’incuria di Trenord (o delle società appaltatrici) andandosi a sedere dove vuole - perché questo dovrebbe essere il diritto di chi ha pagato regolarmente il biglietto - viene considerato in malafede a prescindere.
Il biglietto convalidato all’arrivo a Porta GaribaldiIl biglietto convalidato all’arrivo a Porta GaribaldiIL CASO - La situazione descritta si è verificata anche negli ultimi due giorni sulla linea tra Lissone-Muggiò e Milano (e in moltissimi altri episodi come qualunque pendolare, di questa o di altre linee, potrebbe testimoniare). In entrambi i casi chi scrive si è presentato in prima carrozza per la convalida manuale. Martedì l’operazione è riuscita, mercoledì invece no. Il capotreno era impegnato in una conversazione con un collega e ha semplicemente detto ai viaggiatori che cercavano di adempiere al proprio dovere «andate a sedervi, poi passo io». Non è passato. Avrei potuto tenere il biglietto non obliterato e utilizzarlo al ritorno, risparmiando di fatto 2.40 euro. L’ho invece obliterato ex post, alla stazione di arrivo (Milano Porta Garibaldi), senza che nessuno mi obbligasse a farlo. Così, giusto perché viaggiatori sono sempre in malafede...