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Pescara, 25/11/2024
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Data: 12/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
La riforma del trasporto locale in Abruzzo - Trasporti, Di Paolo boccia l’azienda unica. Confindustria Teramo dice no alla decisione dei politici: annulla la libera concorrenza e la qualità

TERAMO Il presidente di Confindustria Teramo, Salvatore Di Paolo, prende posizione contro il progetto di fusione delle tre società regionali di trasporto pubblico. «Quando in Abruzzo si parla di risanamento del trasporto pubblico locale non essendovi soluzioni alternative gradite a chi preferisce lo spreco e le inefficienze a una gestione economicamente sana e sostenibile, l’attenzione di politici e amministratori si concentra sul progetto dell’azienda unica», scrive in una nota Di Paolo, «ma l’azienda unica di trasporti, proposta come panacea di tutti i mali, in realtà non farebbe altro che accentuare il regime di monopolio attualmente esistente in Abruzzo nel campo dei trasporti». Secondo Di Paolo, quindi, l’azienda unica di trasporti sarebbe solo di intralcio alla libera concorrenza e al miglioramento di servizi e tariffe del settore. «Anche il bacino unico regionale, una vecchia idea che assomiglia molto al solito tentativo di imporre dall’alto modelli di gestione che invece vanno lasciati alle imprese ed al mercato, appartiene al campo delle soluzioni illogiche», prosegue Di Paolo, «soprattutto perché slegato da un esame sui reali flussi di traffico che la domanda di trasporto crea. In realtà, la dimensione ottimale dei bacini di traffico in Abruzzo è quella provinciale o addirittura sub provinciale, mentre solo le grandi aree metropolitane (come ad esempio Roma, Milano, Napoli) riescono a garantire un traffico ultra-provinciale». Di Paolo spiega poi che la sua opinione sul progetto di azienda unica è condivisa ed è stata maturata all’interno dell’associazione dei confindustriali teramani e giudicata come il tentativo per bloccare il mercato e “cancellare con un colpo di spugna anni di sprechi da parte di un sistema clientelare che ha ridotto al lumicino il trasporto pubblico locale”. «C’è poi il dato che emerge dalle statistiche», conclude, «in Italia, e dunque anche in Abruzzo, le imprese private hanno un costo medio di produzione del servizio di 2,2 euro per chilometro mentre le grandi imprese pubbliche costano in media 3,9 euro al chilometro e sono quelle in difficoltà che costano di più allo Stato ed alle Regioni. È l’Europa stessa ad insegnarci che la concorrenza è l’unica strada per migliorare i servizi: a quale prezzo e a favore di chi dobbiamo continuare a non darle ascolto?».

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