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Data: 14/01/2014
Testata giornalistica: La Repubblica
L'Aquila, il direttore di Confcommercio si barrica in Bankitalia e minaccia di darsi fuoco. Poi rinuncia alla protesta

Si è chiuso in un bagno della filiale durante una riunione con benzina e accendino per dar voce "al grido di dolore dei piccoli commercianti". Sabato scorso le dimissioni del sindaco Cialente per lo scandalo tangenti in Comune

L'AQUILA - Si è conclusa la protesta eclatante messa in atto questa mattina dal direttore di Concommercio dell'Aquila, Celso Cioni, che si è barriccato in un bagno nella sede locale di Bankitalia per richiamare l'attenzione del Governo, delle istituzioni e della politica rispetto alla condizione disperata in cui sono venuiti a trovarsi i commercianti e i piccoli imprenditori della città, "martoriata" dal terremoto e "abbandonata a sé stessa". Cioni ha portato con sé una tanica di benzina e un accendino, minacciando di darsi fuoco se non avesse trovato ascolto.

La ricostruzione della vicenda. Intorno a mezzogiorno, Cioni, impegnato in una riunione con altri suoi colleghi del sindacato dei commercianti nella sede aquilana di Bankitalia, improvvisamente decide di chiudersi in un bagno. Annuncia l'inizio dello sciopero della fame e della sete e minaccia di darsi fuoco con la benzina e l'accendino che ha con sé. Chiede di incontrare il prefetto, Francesco Alecci, che si reca sul posto dopo avergli parlato al telefono. Alle 14.30 circa Cioni apre finalmente la porta del bagno, lasciandosi convincere dalle parole dei "mediatori", il collonello Savino Guarino, comandante provinciale dei carabinieri, e il sostituto procuratore Stefano Gallo. Un minuto dopo è a colloquio con il prefetto in un'altra stanza. "E' stato un incontro abbastanza positivo - riferisce il presidente di Confcommercio L'Aquila Roberto Donatelli - perchè il prefetto ha preso nota delle nostre richieste e si è detto disponibile a riferirle al governo. In particolare chiediamo impegni sul credito bancario: le banche non aiutano molto e chiediamo che venga concesso più credito alle aziende locali".

Un gesto disperato, quello di Cioni, in una città abbandonata a sé stessa e ancora sconvolta dalle dimissioni, sabato scorso, del sindaco Massimo Cialente dopo l'inchiesta per tangenti nella ricostruzione post sisma che ha coinvolto il vice-sindaco.

"Sono Celso Cioni direttore Confcommercio L'Aquila - si legge nel messaggio inviato agli organi di stampa durante la protesta - e mi sono barricato in un bagno della filiale Bankitalia per lanciare il grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città che, costretti dal terremoto a lasciare i propri negozi senza ottenere alcun sostegno e facendo debiti, si sono ricollocati alla meglio e sono disperati, con le banche che li tengono quotidianamente sotto pressione".

"Molti - prosegue il messaggio di Cioni - sono esasperati e ricorrono a medici e psicologi o a psicofarmaci per sostenere questo stato di cose di cui non hanno colpe. Come sapete ci sono casi di suicidi. Per questo inizio sciopero fame e sete e chiedo che il governo riveda le condizioni del sistema bancario almeno nei paesi del cratere e della città che è ancora militarizzata e domando se qui possono applicarsi le stesse regole di luoghi dove non è successo nulla. Se verranno forzate le porte del bagno dove sono barricato ho con me benzina e accendino. Basta con questa situazione che non meritiamo. Basta".
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Sulla vicenda delle dimissioni del sindaco Cioni ha detto a Skytg24: "Sono molto addolorato per ciò che è accaduto e preoccupato per il futuro. Ma preferisco non parlarne. E' una pagina dello stesso libro".

Le reazioni. Nel commentare l'azione del direttore di Confcommercio, il presidente della Provincia dell'Aquila, Antonio Del Corvo, ha detto: "Certo sono gesti estremi che possono anche non essere capiti, ma io credo che ormai la politica romana debba porsi veramente all'ordine del giorno una soluzione del problema, i piccoli imprenditori non ce la fanno più". Mentre il presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato: "Gesti come quello
di Cioni o come quello del commerciante milanese che ieri si è tolto la vita, confermano ancora una volta, l'assoluta urgenza di misure per sostenere l'economia reale e mettere le imprese, soprattutto quelle che vivono di domanda interna come quelle dei servizi e del terziario di mercato, in condizione di poter lavorare".

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