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Pescara, 25/11/2024
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Data: 14/01/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Pescara. Il grande cantiere apre e disorienta. Corso senz’auto: coro di no, pochi sì. «Insopportabili tre mesi di chiusura» Commercianti sulle barricate

Cambiano i sensi di marcia Traffico momentaneamente dirottato sul lato monte. Giudizi e perplessità

PESCARA Smarrimento, confusione e incredulità. Sono i sentimenti più diffusi tra i pescaresi, di fronte all’apertura del grande cantiere da ieri pomeriggio in corso Vittorio Emanuele. Dopo il via libera del Consiglio di Stato, che ha annullato la sospensiva del Tar, il Comune ha immediatamente proceduto a dare avvio ai lavori per la pedonalizzazione. Il principale corso cittadino, dall’incrocio con via Ravenna a quello con via Piave, è stato completamente chiuso alla circolazione, per consentire l’installazione della segnaletica stradale. Oggi le auto torneranno a circolare, ma soltanto sul lato monte della strada, dove verrà istituito il doppio senso di marcia. In molte altre arterie del centro, inoltre, sono stati invertiti i sensi unici. L’obiettivo finale è dare vita ad una grande isola pedonale, lungo corso Vittorio Emanuele, dirottando il traffico verso l’area di risulta, nel tratto compreso tra piazza della Repubblica e il crocevia composto da via Teramo, via De Gasperi e via del Circuito. Anche su questo fronte, ieri sono ripresi i lavori, ormai in via di completamento. Il pronunciamento del Tar, atteso nelle prossime settimane, potrebbe riaprire i giochi, ma la sentenza rischia di arrivare a cose fatte. I pescaresi appaiono stupiti, in alcuni casi addirittura sgomenti. Numerose persone si aggiravano spaesate alla ricerca delle fermate dell’autobus, che sostituiscono quelle temporaneamente soppresse. Altri cittadini chiedevano delucidazioni ai vigili urbani, schierati a presidio delle strade del centro. «Abito in via Trieste ed è la quinta volta che ci cambiano il senso di marcia – protesta una donna –. Questa mattina, appena uscita dal portone, per poco non andavo a sbattere contro il nuovo segnale di divieto». Scuote la testa Mauro Di Martino. «Ormai non vengo più in centro, non so dove mettere la macchina e non mi va di pagare due euro per il parcheggio. Rimpiango la Pescara degli Anni ’80, animata e accogliente, mentre ora la città pare morta». Critico anche Gabriele Mazzitti, che segue i lavori incuriosito. «È un grande caos». Sul piede di guerra i commercianti della zona, che nei mesi scorsi avevano raccolto 150 firme contro il progetto del Comune. «È un atto di prepotenza – tuona Nino Bettini, titolare del negozio di articoli per la casa Capecchi, in corso Vittorio Emanuele – Ce ne ricorderemo al momento del voto e confidiamo ancora nel Tar». Bettini punta il dito contro il sindaco: «Ha svenduto la città ai centri commerciali, nel cuore di Pescara mancano i parcheggi, le strade principali sono chiuse al traffico e nessuno ha più il coraggio di avvicinarsi». Massimo Belli è uno dei proprietari del negozio di abbigliamento Outlet 0039. «Prima di chiudere il corso, andavano realizzate le altre infrastrutture. Non vedo tutta questa urgenza». Anche Belli se la prende con l’amministrazione comunale: «Vogliono dimostrare di essere attivi, perché a giugno ci saranno le elezioni, ma questa scelta rischia di essere la loro tomba». Feliciano Marcantonio, titolare dell’agenzia di viaggi Ecotour di via Genova, ha un diavolo per capello: «È una stupida operazione di facciata, che serve a finanziare una campagna elettorale per la solita politica del piatto di maccheroni e che ha portato alla morte del commercio e del turismo». Non mancano, però, pareri di segno opposto. «Le isole pedonali, in alcune aree strategiche della città, rappresentano un elemento positivo – è l’opinione di Pierluigi Iervese, proprietario di Spizzo Caffè –. Bisognerà pazientare qualche mese, ma alla fine funzioneranno e favoriranno il commercio come a Roma o a Milano». Sulla stessa lunghezza d’onda Luciano Ciavattella, titolare della gioielleria Montalbano. «Pescara beneficerà della pedonalizzazione, in termini di viabilità e di fruibilità, risultando più attrattiva anche nei confronti dei turisti».

«Insopportabili tre mesi di chiusura» Commercianti sulle barricate

PESCARA Tre mesi col cantiere aperto e la strada chiusa sono troppi per le associazioni di categoria. Confcommercio annuncia proteste clamorose, Confesercenti è più prudente, ma per entrambe l'intervento su corso Vittorio Emanuele a pochi giorni dall'inizio dei saldi «è un provvedimento sbagliato, - afferma Ezio Ardizzi, presidente di Ascom - del resto bocciato dal 95% di imprenditori e cittadini nel nostro referendum. Siamo sconcertati dalla fretta ingiustificata con cui si sono voluti avviare lavori che produrranno solo ingorghi, disagi, inquinamento e danni incalcolabili agli esercizi commerciali. Già si cominciano a intravedere le avvisaglie di quello che avverrà quando tutto il traffico veicolare sarà costretto a procedere alla velocità di trenta orari su un'unica carreggiata tra l'altro con l'impossibilità di sostare. A ciò occorre aggiungere l’ennesima girandola di sensi unici cambiati che produrrà disorientamento sia fra i cittadini che fra coloro che ancora coraggiosamente vorranno venire a Pescara».

Poi Ardizzi annuncia la riunione della Giunta e del Consiglio direttivo di Confcommercio per decidere come e cosa fare per manifestare il proprio dissenso anche in forme eclatanti. Per Raffaele Fava, presidente di Confsercenti, «i lavori su corso Vittorio Emanuele devono essere condotti con una tempistica d'urgenza, non devono causare la chiusura del traffico e devono essere pensati in modo da non intralciare i momenti centrali della vita dei negozi come i saldi, le festività, gli eventi principali. E restiamo sulla stessa linea anche sul futuro della strada: diciamo sì alla riqualificazione, ma chiediamo che la strada resti aperta al traffico». A livello politico si è fatto sentire Antonio Blasioli, il quale boccia senza appello il progetto: «A dicembre il traffico è andato in tilt - sostiene il consigliere Pd - perché la rotatoria realizzata in via Teramo ha dimostrato di non poter assorbire tutto il traffico attuale senza che fosse chiuso corso Vittorio, figuriamoci cosa accadrà quando la strada sarà interdetta alla circolazione per tre mesi. Inoltre si è partiti senza spiegare come la via parallela sopporterà gli enormi volumi di traffico e quale alternativa è stata individuata nel caso in cui non dovesse reggere. E questo perché non si è voluto aspettare il 20 marzo, quando il Tar emetterà il giudizio. Tutti ricordano il traffico bloccato su via del Circuito, via De Gasperi e via Ferrari».

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