Con il via libera della direzione di ieri sera il Partito democratico si avvia ufficialmente verso le primarie per la scelta del candidato sindaco di Pescara. Al centro della riunione la scelta di fondo, il confronto tra i regolamenti delle primarie già adottati in altre città, da Milano a Montesilvano, l’individuazione della data che dovrebbe essere l’ultima domenica di febbraio o la prima di marzo. Saranno primarie di coalizione, con doppio turno se nessuno raggiungerà la soglia del 40 per cento, aperte ma con il filtro del numero minimo di firme per ciascun candidato. Parallelamente sono stati aperti i tavoli di coalizione, che sarà identica a quella regionale, e di programma. I nomi più sicuri sono per il momento tutti di area Pd: da Moreno Di Pietrantonio che ha già lanciato la sua corsa a Antonello Ricci, sempre più tentato dal rientro in politica; dal deputato Vittoria D’Incecco, spinta da una parte del gruppo consiliare, ad Antonio Blasioli. Il primo punto fermo è che Ricci, manager del gruppo Maresca con un passato da dirigente del Pci-Pds, ha superato la pregiudiziale anti-primarie. Le ultime riserve da sciogliere riguardano l’addio ad una felice carriera manageriale.
Fuori del campo del Pd circolano pochi nomi: forse Antonella Allegrino, consigliere provinciale indipendente dopo l’uscita da Idv, forse Gianni Teodoro. In caso di accordo tra centrosinistra e Fli, che a Pescara e alla Regione correrebbe comunque in veste civica, la candidatura di Teodoro alle primarie sarebbe inevitabile come dichiarata alternativa moderata al nome di Ricci.
Nel campo del centrodestra è in pieno svolgimento la controffensiva del sindaco in scadenza Albore Mascia alla strategia del Ncd per assicurarsi la casella di Pescara a favore di Guerino Testa, presidente uscente della Provincia e campione delle preferenze. A dare una mano ad Albore Mascia, oltre al fatto di essere il sindaco in carica, il sondaggio del Sole 24 ore che gli attribuisce due punti di recupero rispetto all’anno scorso riportandolo a quota 50 per cento di consenso. Dato teoricamente competitivo nella corsa per il bis e frutto, secondo l’interpretazione dell’amministrazione, dei primi risultati sul fronte delle opere pubbliche. Stampella sicura, per Mascia, il neonato gruppo di Fratelli d’Italia che minaccia di mettere sul tavolo un proprio nome se Forza Italia dovesse rinunciare ad esprimere il candidato pescarese.
La partita è comunque all’inizio ed appare aperta a tutti i risultati, anche al di là dello sprint tra Testa e Mascia. La rosa dei nomi spendibili comprende big del calibro di Nazario Pagano, frenato però dalla nomina a coordinatore regionale azzurro, Lorenzo Sospiri, Roberto Petri e, sotto sotto, anche Carlo Masci e Berardino Fiorilli di Pescara futura.