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Data: 15/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Il Pd aquilano a Roma: serve un miliardo. Delegazione nella Capitale per rilanciare il caso-L’Aquila, rinnovata la solidarietà a Cialente

«In un momento in cui L’Aquila è senza sindaco, senza soldi e con un’immagine compromessa, il governo deve dimostrare se vuole salvare questa città o se considera la questione una rottura di scatole, che peraltro costa tanto». Così l’aquilano Giovanni Lolli, ex parlamentare Pd, prima di partecipare all’incontro romano del Pd. «C’è estremo bisogno che la questione L’Aquila sia presa in carico dalla presidenza del Consiglio dei ministri».
L’AQUILA Un altro miliardo per il 2014, fondi certi anche per i prossimi anni, l’impegno diretto della presidenza del Consiglio dei ministri sulla ricostruzione e la battaglia del governo, durante il semestre italiano di presidenza dell’Unione europea, per abbattere la soglia del 3% tra deficit e Pil, così da poter trovare le risorse per L’Aquila. Queste le richieste che la delegazione abruzzese del Pd ha presentato ieri alla segreteria nazionale del partito. E altrettante le promesse di impegno da parte del capo della segreteria, nonché responsabile degli enti locali, Stefano Bonaccini. E poi «solidarietà e sostegno pieno al sindaco dimissionario Massimo Cialente, al Pd e al centrosinistra aquilano che in questi anni ha affrontato i problemi connessi con la ricostruzione della città». Un incontro andato avanti per oltre due ore con la delegazione abruzzese formata, tra gli altri, dal sottosegretario Giovanni Legnini, dalla senatrice Stefania Pezzopane, dall’ex parlamentare Giovanni Lolli e dal segretario regionale, Silvio Paolucci, decisa a tornare a casa con i risultati sperati. Sul fronte delle risorse, la richiesta è che nel primo provvedimento utile del governo (quello dello scudo fiscale) venga inserita una nuova tranche di finanziamenti per il 2014. Un miliardo per far fronte ai progetti attesi per il 2014. Poi il caso del ministro Trigilia definito l’altro giorno dalla Pezzopane alla stregua di «uno sciacallo». Una questione posta in termini politici e non personali», ha precisato Pezzopane chiedendo che la delega per la ricostruzione passi direttamente nelle mani della presidenza del Consiglio dei ministri. «Non siamo adeguatamente seguiti e le ultime vicende, da quelle giudiziarie alle dichiarazioni vergognose del ministro, impongono un rilancio della questione ricostruzione». La battaglia più difficile, perché da condurre a Bruxelles, quella dell’abbattimento del muro del 3% del Patto di stabilità. I temi saranno trattati nella segreteria nazionale del Pd, domani in direzione nazionale. In attesa dell’incontro col premier Enrico Letta.

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