PESCARA L’Abruzzo si ribella allo scippo dell’alta velocità sui binari. E alle scelte penalizzanti di Trenitalia che, quanto a investimenti e mezzi, ha impoverito negli ultimi anni la fascia dorsale adriatica a vantaggio di quella tirrenica. Per far sentire la sua voce la Regione si allea alle Puglie attraverso una petizione da portare a Palazzo Chigi. L’obiettivo è un milione di firme. Per raccogliere le adesioni dei cittadini, dei rappresentanti delle istituzioni e degli organismi di categoria ieri ha fatto tappa a Pescara l'autobus del quotidiano pugliese «La Gazzetta del Mezzogiorno», promotore dell'iniziativa. «Treni più veloci al sud» è lo slogan della campagna, che ha tra i suoi più convinti sostenitori il governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi. La partita si presenta difficile per i costi elevati: per portare l’alta velocità sulla dorsale adriatica servono circa 32 milioni di euro a chilometro. Le Regioni interessate dunque devono fare squadra per indurre il governo nazionale ad appoggiare la rivisitazione delle reti di trasporto trans-europee (Tnt), negoziate tra Stati e Unione europea tra la seconda metà degli anni Novanta e il 2005. Dev’essere insomma il Governo italiano, e non una o più Regioni, a interagire con la Commissione europea su questa tematica così importante per lo sviluppo economico dei territori che si affacciano sull’Adriatico. L'iniziativa lanciata da «La Gazzetta del Mezzogiorno» piace ai pescaresi. Che chiedono treni veloci non solo sulla costa. «L'alta velocità è indispensabile per il trasporto delle persone e per quello delle merci - afferma Stefano Fares -. Per me, che vado spesso a Roma, è impossibile viaggiare in treno. Ci vogliono quattro ore per raggiungere la capitale, a fronte delle poco più di due che impiego in pullman. La verità è che l'Abruzzo è stato tagliato fuori da tutto. Ferrrovie, aeroporto e porto sono al collasso. Ci vorrebbe un politico capace di farsi sentire e io non ne vedo in giro. L'alta velocità è una carta da giocare per diventare competitivi». «Ho sentito di questa iniziativa al telegiornale - spiega Giuseppe Palestini, arrivato al banchetto con un suo collega delle Poste, Luca Carlino, come lui in cassa integrazione -. La nostra regione è stata completamente declassata. L'alta velocità è un’occasione per uscire da una situazione drammatica. Basti pensare alla fine del trasporto aereo. Le Poste di Pescara perderanno le macchine di smistamento, che finiranno ad Ancona, perché non abbiamo più il volo notturno. La stazione ferroviaria poi era stata costruita per diventare un fiore all'occhiello e invece le attività commerciali restano chiuse dalle 13 alle 16. Un'assurdità». «Sono stanco di sentir parlare solo di Nord sui giornali e nei telegiornali. Firmo perché voglio un Sud che non sia più quello degli scandali, ma quello delle opportunità», incalza Fabrizio Mascitto. Sì all’alta velocità allora, «purché sia accessibile - aggiunge Antonio Morelli -. Vado spesso a Milano da mia figlia e mi conviene viaggiare in aereo». «Non si possono spendere 350 euro per andare a Milano con marito e figli - aggiunge Cristina Pagani -. Ho vissuto molti anni in Inghilterra e lì, con l'alta velocità, si pratica il wagon-sharing, per cui più persone prenotano meno si paga. Fatta così l'alta velocità mi piace». «Anni fa ho preso un Eurostar: mai più - dice Vittorio Scuccimarra -: ho impiegato cinque ore per andare a Padova a operarmi e ho dovuto pure cambiare a Bologna. L'alta velocità e i collegamenti diretti sono importantissimi».«Sono venuta a Pescara a trovare un'amica da Milano - aggiunge Maria Antonietta Martin -: i collegamenti sono scarsi, caotici e costosi. Il sud va potenziato». «Nell'epoca della globalizzazione - sottolinea Fabrizio Corazzini - non è possibile non pensare all'alta velocità. Molti si spostano per lavoro ed è giusto offrire servizi efficienti. Questa stazione era nata per diventare un grande punto di riferimento e invece è solo un deserto». Insomma i pescaresi l'alta velocità la vogliono e a confermarlo è Alberto Gusman, arrivato da Bari per promuovere l'iniziativa: «Gli autisti della Gtm mi hanno riportato un registro pieno zeppo di firme. Quello che vogliamo è unire finalmente e realmente l'Italia».